venerdì 11 dicembre 2009

La Relazione sullo Stato Sanitario del Paese è una pubblicazione importante perché il Ministero dà conto delle scelte attuate nella sanità pubblica italiana. La Relazione è la sintesi di un processo di cambiamento radicale operato nel nostro Paese che va nel senso di considerare la persona al centro del sistema salute, promuovendo la presa in carico e la continuità assistenziale. Proprio partendo dai territori si vogliono migliorare e favorire i servizi offerti e razionalizzare la rete ospedaliera e la rete di sanità pubblica collettiva. Il primo elemento di contesto tenuto presente nella programmazione sanitaria nazionale e che emerge nella Relazione, è la forte accelerazione delle iniziative in materia di prevenzione. Infatti, oggi, si ritiene essenziale puntare sulla modifica degli stili di vita, lotta al tabagismo e all’alcolismo. In particolare l’Italia, come altri paesi Europei, adotta strategie per migliorare la relazione tra ambiente e salute, perseguendo obiettivi di miglior tutela della salute fisica e mentale, particolarmente per gli adolescenti ed i giovani. Sempre per perseguire tali scopi si sono improntate politiche di miglioramento della nutrizione e della sicurezza alimentare delle popolazioni, con particolare riferimento all’infanzia, potenziando la formazione e l’adeguamento delle risorse umane per realizzare validi “programmi di salute”. Nell’ambito della prevenzione, si è voluto qualificare ulteriormente la materia di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza degli alimenti, coerentemente con gli obiettivi definiti a livello internazionale, nel contrasto alla diffusione di malattie infettive. Si aggiunga che la lettura dei dati e delle valutazioni contenute in questa Relazione va rapportata a un’analisi del contesto in cui si trovano oggi ad operare il Servizio Sanitario Nazionale e quello Regionale. Nuovo elemento caratterizzante che si evince dalla Relazione è la sempre maggiore attenzione dovuta al federalismo, al finanziamento e spesa dell’intervento pubblico in sanità legata alla responsabilità di produzione ed erogazione dei servizi sanitari. Tale attenzione vuole creare un rapporto alto di equilibrio in modo che il sacrificio dei cittadini, dovuto al prelievo contributivo che va a garantire l’offerta del sistema sanitario nazionale e regionale, sia compensato da un’assistenza sanitaria qualitativamente appropriata. Sul piano degli assetti istituzionali, il nuovo impianto Costituzionale trova oggi nella Legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, l’applicazione piena dei principi di federalismo, con ampi spazi alle amministrazioni locali di autodeterminarsi, per rispondere nella maniera più appropriata alla domanda della loro popolazione di riferimento. Governo e Regioni hanno ritenuto necessario individuare un livello di fabbisogno predefinito al cui finanziamento concorre lo Stato nel rispetto della piena erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e compatibile con le risorse finanziarie pubbliche rese disponibili, nel rispetto degli impegni assunti dallo Stato a livello europeo in materia di finanza pubblica.Ciò comporta un’adeguata definizione dei costi standard e presuppone che nelle singole Regioni siano stati implementati sistemi di controllo e di contabilità analitica e colmata ogni eventuale carenza di dati sui flussi di produzione e dei sistemi gestionali. In tale contesto, fondato su un pluralismo istituzionale e sociale di corresponsabilità, sono consolidate le misure che sostengono l’equità del sistema e l’affiancamento delle Regioni caratterizzate da cospicui disavanzi e cattiva qualità dell’assistenza, attraverso un monitoraggio dell’assistenza resa, dei livelli di spesa nel rispetto di una corretta erogazione dei livelli di assistenza, anche ottimizzando l’apporto del privato che si inserisce nel sistema pubblico con l’accreditamento. Il monitoraggio e la verifica dei livelli di assistenza da parte dello Stato è inoltre finalizzato a ridurre anche i divari assistenziali tra le diverse Regioni. È cresciuto altresì l’impegno rivolto allo sviluppo di indicatori per la valutazione del funzionamento e la valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria, in modo da fornire ai responsabili politici e agli amministratori, elementi che portano al miglioramento dei sistemi sanitari. Da parte governativa, ciò che emerge da questa Relazione, contiamo possa favorire un’azione nei confronti dei vari sistemi regionali tesa ad incoraggiare le buone pratiche e scoraggiare le cattive pratiche su tutto il territorio nazionale sulle tre questioni fondamentali: il mantenimento dei LEA in condizioni di appropriatezza, uniformità e continuità, l’uso efficiente dei fattori di produzione dei servizi sanitari, nonché l’efficacia e la qualità nella realizzazione dei percorsi di prevenzione, di cura e di riabilitazione. Riguardo infine i temi della riabilitazione e del contrasto alla non autosufficienza, cresce l’attenzione e l’impegno nel valutare i bisogni riferiti alle singole patologie considerate anche rispetto all’appropriatezza e continuità della prestazione riabilitativa, tenendo conto della congruenza della spesa sanitaria rispetto ai servizi offerti tra ospedale e territorio.
On. Francesca Martini Sottosegretario di Stato al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali

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