domenica 13 giugno 2010

Per i malati in stato vegetativo le cure sono sempre dovute

di Manuela Perrone (da Il Sole-24 Ore)

Via l'aggettivo «permanente » per connotare lo stato vegetativo che può subentrare al coma dopo patologie improvvise o incidenti, come era accaduto a Eluana Englaro: quei pazienti vanno invece considerati persone con «gravissima disabilità». Lo raccomanda il gruppo di lavoro ad hoc presieduto dal sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, nel documento finale presentato ieri al ministero, insieme al libro bianco redatto da alcune associazioni dei familiari.


Nessuna confusione tra stato vegetativo, malattia terminale e morte cerebrale: il concetto di irreversibilità va bandito, così come la locuzione «staccare la spina ». Perché sono troppe, secondo gli esperti, le incognite scientifiche sull'attività della coscienza e troppi, fino al 42%, gli errori diagnostici. E perché non c'ècertezza assoluta che il paziente «non possa provare qualche forma di sofferenza». «Sono vivi, vanno curati», ha detto Roccella.


Gli effetti del cambiamento terminologico non sono da poco: alimentazione e idratazione assistite sono «elementi fondamentali dell'assistenza» (la loro sospensione, come avvenne con Eluana, è considerata eutanasia) e la persona in stato vegetativo ha diritto ad antidolorifici ogni volta che «vengano diagnosticate verosimili fonti di dolore» (il gruppo di lavoro si riserva l'approfondimento delle modalità di percezione dello stimolo della sete). Soprattutto, «al pari degli altri individui con gravissime patologie croniche questa persona può essere preferibilmente accolta a domicilio o, quando ciò risulta impossibile, può essere trasferita in strutture a carattere non prettamente sanitario».


Prendendo atto dell'eterogeneità e criticità dei servizi nelle regioni, il gruppo di lavoro propone la creazione di un «sistema esperto a rete integrata di percorsi dal coma al domicilio». Ma come potrebbero le famiglie sostenere il peso dell'assistenza? Un team riabilitativo della Asl dovrà valutare la capacità della famiglia di poter gestire la situazione a casa, assicurandole sostegno. Se non fosse ritenuta in grado di provvedere, la strada suggerita è quella delle Suap, «speciali unità di accoglienza permanente» (distinte dalle residenze assistenziali e dai reparti ospedalieri) oppure quella, per ora solo teorica, dei «domicili protetti», strutture sociali in cui coabiterebbero più pazienti.


«Ci auguriamo che la Conferenza Stato-Regioni possa ora formulare linee guida appropriate, poi ci vorrà una legge per istituire un registro degli stati vegetativi », ha annunciato Roccella. Il cui lavoro è stato "benedetto" dal ministro Ferruccio Fazio: «Sta finalmente cercando di mettere ordine».
Nel testo non c'è alcun cenno al testamento biologico. «Ma il fatto che chi è in stato vegetativo può sentire dolore -commenta il radicale Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni - è una ragione in più e non in meno per rispettare la volontà espressa dalla persona quando era cosciente, inclusa quella di non farsi torturare con trattamenti sanitari forzati».

Per i malati in stato vegetativo le cure sono sempre dovute

Via l'aggettivo «permanente » per connotare lo stato vegetativo che può subentrare al coma dopo patologie improvvise o incidenti, come era accaduto a Eluana Englaro: quei pazienti vanno invece considerati persone con «gravissima disabilità». Lo raccomanda il gruppo di lavoro ad hoc presieduto dal sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, nel documento finale presentato ieri al ministero, insieme al libro bianco redatto da alcune associazioni dei familiari.


Nessuna confusione tra stato vegetativo, malattia terminale e morte cerebrale: il concetto di irreversibilità va bandito, così come la locuzione «staccare la spina ». Perché sono troppe, secondo gli esperti, le incognite scientifiche sull'attività della coscienza e troppi, fino al 42%, gli errori diagnostici. E perché non c'ècertezza assoluta che il paziente «non possa provare qualche forma di sofferenza». «Sono vivi, vanno curati», ha detto Roccella.


Gli effetti del cambiamento terminologico non sono da poco: alimentazione e idratazione assistite sono «elementi fondamentali dell'assistenza» (la loro sospensione, come avvenne con Eluana, è considerata eutanasia) e la persona in stato vegetativo ha diritto ad antidolorifici ogni volta che «vengano diagnosticate verosimili fonti di dolore» (il gruppo di lavoro si riserva l'approfondimento delle modalità di percezione dello stimolo della sete). Soprattutto, «al pari degli altri individui con gravissime patologie croniche questa persona può essere preferibilmente accolta a domicilio o, quando ciò risulta impossibile, può essere trasferita in strutture a carattere non prettamente sanitario».


Prendendo atto dell'eterogeneità e criticità dei servizi nelle regioni, il gruppo di lavoro propone la creazione di un «sistema esperto a rete integrata di percorsi dal coma al domicilio». Ma come potrebbero le famiglie sostenere il peso dell'assistenza? Un team riabilitativo della Asl dovrà valutare la capacità della famiglia di poter gestire la situazione a casa, assicurandole sostegno. Se non fosse ritenuta in grado di provvedere, la strada suggerita è quella delle Suap, «speciali unità di accoglienza permanente» (distinte dalle residenze assistenziali e dai reparti ospedalieri) oppure quella, per ora solo teorica, dei «domicili protetti», strutture sociali in cui coabiterebbero più pazienti.


«Ci auguriamo che la Conferenza Stato-Regioni possa ora formulare linee guida appropriate, poi ci vorrà una legge per istituire un registro degli stati vegetativi », ha annunciato Roccella. Il cui lavoro è stato "benedetto" dal ministro Ferruccio Fazio: «Sta finalmente cercando di mettere ordine».
Nel testo non c'è alcun cenno al testamento biologico. «Ma il fatto che chi è in stato vegetativo può sentire dolore -commenta il radicale Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni - è una ragione in più e non in meno per rispettare la volontà espressa dalla persona quando era cosciente, inclusa quella di non farsi torturare con trattamenti sanitari forzati».

di Manuela Perrone (da Il Sole-24 Ore)

venerdì 12 marzo 2010

Per la sinistra il dl salva liste è il segno della dittatura, però poi lo utilizza per riammettere le sue liste

FONTE Il Fazioso
Avevano sbraitato, urlato e vomitato insulti sul decreto salvaliste. Domani ci fanno pure una manifestazione, tutti insieme, simil Unione prodiana per “denunciare” la dittatura (tra l’altro non si è mai vista una dittatura dove il partito al governo si vede escluse le sue liste), il Berlusconi Mussolini, la morte della democrazia e banalità varie.

Però zitti zitti questi sinistrati poi il decreto lo usano, eccome se lo usano: infatti i Verdi (che sostengono il candidato del centrosinistra Penati) in Lombardia sono stati riammessi proprio in virtù del decreto legge.

E meno male che era una vergogna assoluta il dl….. w la fiera della coerenza della sinistra!

sabato 6 marzo 2010

SALVIAMO IL MONDO DAI SACCHETTI DI PLASTICA!

Gruppo-choc su Facebook contro down, scoperto autore

E' un diciannovenne cingalese. L'indagine partita da Catania


CATANIA - E' un diciannovenne cingalese il promotore del gruppo-choc apparso su Facebook intitolato 'Tiro al bersaglio con i bambini down'. Il gruppo, prima della chiusura, aveva oltre 1.300 iscritti.. L'autore e' stato scoperto dalla polizia postale di Roma e della Sicilia Orientale.Il giovane, affetto da disturbi comportamentali,e' stato denunciato per istigazione a delinquere.

Il gruppo era stato collocato nella nella categoria 'Salute e benessere', ed era stato fondato ed era amministrato 'Il signore della notte' e 'Il vendicatore mascherato'. Dati falsi, ovviamente, e nomi di fantasia dietro i quali si nascondeva il diciannovenne cingalese che è stato identificato dalla polizia postale che ha seguito le tracce lasciate su Internet. I proclami messi on line erano deliranti: "Perché dovremmo convivere con questi ignobili creature... con questi stupidi esseri buoni a nulla? I bambini down - era sostenuto - sono solo un peso per la nostra società. Come liberarci di queste creature in maniera civile? Ebbene si signori... io ho trovato la soluzione: Esso consiste nell'usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio. Una soluzione facile e divertente per liberarci di queste immonde creature".

La prima segnalazione della presenza del gruppo-choc su Facebook che inneggiava all'eliminazione dei bambini down è arrivata lo stesso giorno della sua comparsa sul social network alla polizia postale del compartimento della Sicilia Orientale, che ha sede a Catania, che è stato il settore investigativo a avviare le indagini. Per questo, in applicazione della legge sui reati commessi su Internet, la competenza sul caso è radicata nel capoluogo etneo.

Le indagini della polizia postale di Catania sono state coordinate dal procuratore aggiunto Michelangelo Patané che ha aperto subito un fascicolo di reato contro ignoti che ipotizzava il reato di istigazione a delinquere e disposto l'immediato oscuramento e la cancellazione on line del gruppo su Facebook. La polizia postale ha poi individuato il 'punto di partenza' del gruppo, tramite accertamenti su codici di computer e server di Internet, risalendo alla casa dove sarebbe stato commesso il reato.

Su delega della Procura di Catania gli agenti hanno fatto irruzione nell'abitazione dove hanno trovato e sequestrato il computer e il cingalese di 19 anni che ha subito ammesso le sue responsabilità e denunciato in stato di libertà.

E ancora: "Per non farli soffrire oltre questa è l'unica fine che meritano questi parassiti". L'indignazione ha fatto scattare la protesta via internet, al grido di "fate schifo" e "vergognatevi! Siete ignobili". Ma soprattutto in molti hanno chiesto a chi ha messo in moto il gruppo di farsi avanti con nome e cognome, anziché trincerarsi dietro un'identità inventata Il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna era intervenuta parlando di "atto indegno di persone civili, inaccettabile e pericoloso" e aveva annunciato che i responsabili "saranno perseguiti per il reato di istigazione a delinquere".

incontri con i cittadini della candidata Cristina Corda al Consiglio Regionale per “Lega Nord Bossi”.

1) Villar Perosa: venerdì 12 marzo ore 21,00, teatro “Una finestra sulle valli” via Galileo Ferraris n.2 presentazione della candidata e programma, saranno presenti On. Roberto Cota; On. Stefano Allasia; On. Elena Maccanti, Davide Cavallotto

2) Bricherasio: giovedì 11 marzo ore 18,00 sala polivalente via Vittorio Emanuele n.94 incontro con la candidata per presentazione programma.

3) Cavour: venerdì 19 marzo ore 21,00 sala polivalente del bocciodromo di via Vigone presentazione della candidata e programma saranno presenti l’ON. Stefano Allasia; On. Elena Maccanti; Davide Cavallotto.

4) Luserna S. Giovanni: lunedì 22 marzo ore 21,00 sala mostre in via ex Internati Deportati n.24 presentazione della candidata e programma saranno presenti l’On. Stefano Allasia; On. Elena Maccanti; responsabile Giovani Padani Davide Cavallotto.

5) Villafranca Piemonte: giovedì 25 marzo ore 21,00 alla ex sala Unitre ex biblioteca in via Valzania presentazione della candidata e programma saranno presenti l’On. Stefano Allasia; On. Elena Maccanti; responsabile Giovani Padani Davide Cavallotto.


6) Pinerolo: martedì 23 marzo ore 20,30 al ristorante Franco Veneziano via Saluzzo n. 112 presentazione della candidata e programma, saranno presenti On. Roberto Cota; On. Stefano Allasia; On. Elena Maccanti, Davide Cavallotto

mercoledì 3 marzo 2010

Controlli dei Nas nelle case di riposo

Controllate 40 strutture, una è stata sequestrata
Serie di controlli del Nas di Torino sulle case di riposo per anziani. In una settimana sono state effettuate verifiche in 40 case di riposo fra le province di Torino, Vercelli, Novara, Verbania e Biella. Cinque strutture sono state sanzionate penalmente e 11 dal punto di vista amministrativo. Una è stata sequestrata. Comminate sanzioni per complessivi 300mila euro.

In provincia di Vercelli, un albergo era stato destinato senza nessuna autorizzazione ad ospitare 24 anziani che pagavano mediamente 2mila euro a testa mensilmente, senza fornire i necessari servizi sanitari ad alcuni degli anziani che non erano autosufficienti ed erano sommariamente assistiti dai camerieri dell`albergo, che si passavano le consegne con una sorta di quadernone dove erano annotate le operazioni compiute.

In una casa i riposo della valle di Susa, quattro infermiere straniere risultavano essere state assunte da un`agenzia del lavoro clandestina. In Valle Pellice, una struttura proponeva quotidianamente alimentari surgelati invece che prodotti freschi senza che gli anziani ne sapessero niente. Trovati anche 31 confezioni di farmaci scaduti.
FONTE: LA STAMPA

martedì 2 marzo 2010

Normativa Sanitaria del 01/03/2010

23/02/2010 - Prevenzione e cura del diabete mellito
Nella G.U. S3 n. 8 del 20/2/2010 e' pubblicata dalla Regione Campania la legge regionale 22 luglio 2009, n. 9, concernente: Disposizioni in attuazione della legge 16 marzo 1987, n. 115 relativa alla prevenzione e alla cura del diabete mellito.

domenica 28 febbraio 2010

Il fumo abbassa l’intelligenza

Un recente studio condotto da Mark Weiser del Sheba Medical Center di Tel Hashomer e pubblicato sulla rivista Addiction e destinato a suscitare non poche polemiche, specialmente da parte dei fumatori più incalliti, ha dimostrato che il fumo, non solo fa male alla salute, ma abbassa il quoziente intellettivo di chi fa uso delle “bionde”, rispetto a chi invece ne fa a meno. Gli esperti hanno coinvolto nell'indagine un campione di oltre 20.000 reclute dell’esercito israeliano e del quale il 58% fumava già prima di arruolarsi. Le reclute sono state sottoposte a dei test standard per misurare il quoziente intellettivo (QI) ed è emerso che in media i non fumatori hanno un QI di 101 al contrario dei fumatori che hanno mediamente un QI di 98. L’opinione finale degli studiosi è che non sono tanto le sigarette ad abbassare il quoziente intellettivo , ma piuttosto è presumibile che chi parte da un QI più basso è più facile che prenda il vizio di fumare.

FONTE: LA STAMPA

sabato 27 febbraio 2010

On. Roberto Cota sulla città della salute a Torino

Regionali: Piemonte, Alleanza Cattolica lancia campagna pro-Cota

Torino, 26 feb. - (Adnkronos) - Alleanza Cattolica, associazione cattolica guidata in Piemonte dal professore di diritto Mauro Ronco e dal sociologo Massimo Introvigne lancia una campagna e un sito Internet 'Alleanza Cattolica per Cota' (www.alleanzapercota.org) che si appellano alle associazioni e ai singoli cattolici piemontesi perche' contrastino la candidatura di Mercedes Bresso e appoggino quella di Roberto Cota.
L'appello parte da una dura denuncia delle posizioni della Bresso su aborto, RU486, fine vita, unioni omosessuali, liberta' di educazione e della presenza nel suo listino o nella sua coalizione di esponenti della sinistra comunista e della lista radicale Bonino-Pannella. ''Non e' solo un manifesto contro la Bresso -spiegano Ronco e Introvigne- scendiamo in campo a favore di Cota il cui 'Patto per la vita e per la famiglia', sottoscritto a Torino il 24 febbraio e incluso nel programma, ci convince pienamente''
''Sull'immigrazione -conclude Introvigne- il piano Bresso e' la cronaca di un disastro annunciato: belle parole che nascondono un'apologia del multiculturalismo e nessun contrasto all'immigrazione clandestina. Il programma di Cota invece e' moderato e ragionevole''.

Ecco il rimedio contro i pidocchi. Efficace, non tossico

Basta polverine e shampoo pericolosi
Spesso per debellare i fastidiosi pidocchi, dopo vari tentativi, bisogna ricorrere alle maniere forti. Tuttavia, le maniere forti possono causare problemi in quanto i rimedi sono sovente tossici e molte specie di parassiti sono diventate resistenti ai trattamenti classici. Un nuovo studio ha analizzato gli effetti di un trattamento di una settimana che è risultato efficace nel 91,2% senza essere tossico. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista “Pediatric Dermatology” e mostrano come una soluzione denominata BAL 5% (Benzyl Alcohol Lotion) in pratica soffochi i pidocchi, evitando così la possibile resistenza di questi ai trattamenti antibiotici. I classici trattamenti per soffocamento ottengono effetti limitati, in quanto i pidocchi proteggono il loro apparato respiratorio chiudendo gli ingressi alle sostanze estranee. In questo modo, quando si lavano via i rimedi, i pidocchi riprendono tranquillamente a respirare.Il nuovo trattamento, invece, per mezzo dell’alcol benzilico provoca l’involontaria apertura degli orifizi respiratori permettendo alle sostanze attive di penetrare e soffocare realmente i parassiti. Lo studio dei ricercatori della Global Health Associates di Miami (Usa), è stato condotto in doppio cieco, controllato con placebo in dieci aree geografiche diverse per testare l’efficacia e la sicurezza clinica della soluzione BAL. Sono stati coinvolti 250 partecipanti suddivisi in due gruppi atti a ricevere il trattamento con la soluzione BAL o con una crema priva di principi attivi. Il trattamento è stato fatto per un giorno e sette giorni a seconda del partecipante. Gli effetti sono poi stati controllati dopo otto e quattordici giorni. Dopo gli otto giorni si è riscontrato un successo pari al 91,2% nei soggetti trattati con BAL. Il tasso medio dopo i 14 giorni è stato del 75,6%. Nel gruppo trattato con la crema il successo è stato rispettivamente del 27,9% e del 15,5%. «Gli attuali trattamenti per i pidocchi contengono come principi attivi pesticidi neurotossici, con conseguente potenziale tossicità e altri problemi, comprese le lunghe applicazioni, l'odore, il trattamento inefficace. La resistenza è anche diventata un problema, ora che i pidocchi sono stati oggetto di una prolungata esposizione a queste prodotti. Dal momento che i prodotti più conosciuti sono stati resi disponibili, il loro abuso ha fatto diventare i pidocchi resistenti: come i batteri sono diventati resistenti a molti antibiotici. Poiché la lozione con alcol benzilico uccide per soffocamento, la resistenza non dovrebbe essere un problema», ha dichiarato la dr.ssa Terri L. Meinking, coordinatrice dello studio.(lm&sdp)
FONTE: LA STAMPA

venerdì 26 febbraio 2010

In 10 punti i diritti dei bambini allergici

Un decalogo a “misura di bambino” per riconoscere, trattare e prevenire le malattie causate da allergia. Il documento, elaborato dagli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e di Federasma, è stato presentato il 19 febbraio 2010 in occasione della quinta edizione della Giornata del Bambino Allergico organizzata in collaborazione con ALAMA (Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche), Federasma Onlus (Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno dei Malati Asmatici e Allergici), e SIAIP (Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica). Nel corso del convegno che si è tenuto in Aula Salviati (Roma – piazza Sant’Onofrio, 4), medici e specialisti hanno analizzato i tanti aspetti - non solo strettamente clinici, ma anche ambientali e assistenziali - di quella che sta assumendo i contorni di una vera e propria malattia sociale, proponendo ai genitori una guida semplice, al tempo stesso essenziale, per affrontare il problema con gli strumenti adeguati: il “decalogo per la cura del bambino” oltre ad essere uno spunto di piccoli ma importanti suggerimenti per gli adulti, può anche essere un primo approccio per il bambino affinché acquisisca comportamenti attraverso i quali gestire i disturbi allergici. Il convegno, che ha affrontato il grave incremento in Italia delle malattie allergiche tra bambini e adolescenti, è stato quindi occasione di approfondimento sui più recenti protocolli diagnostici, terapeutici e di prevenzione relativi a malattie della pelle, respiratorie e allergie alimentari. Un importante momento di confronto sui problemi del bambino allergico nella loro globalità, tra pediatri di famiglia, allergologi pediatri, famiglie di bambini allergici e amministratori pubblici con l’obiettivo sia di alimentare il più ampio dibattito sugli aspetti sociali e assistenziali che le famiglie di bambini allergici vorrebbero vedere realizzati nell’ambiente scolastico e in quello ricreativo, sia di individuare gli interventi preventivi più idonei e i comportamenti più sicuri per la vita del bambino e la serenità delle famiglie, oltre a ottimizzare gli strumenti di diagnosi e terapia delle malattie allergiche. Decalogo per il bambino allergico L'allergia è una reazione esagerata a sostanze altrimenti inoffensive come per esempio pollini, peli di animali e alimenti. Il perché il sistema immunitario reagisca in modo così anomalo non è stato ancora chiarito del tutto; la reazione che si sviluppa poco tempo dopo il contatto con queste sostanze è causata da anticorpi chiamati immunoglobuline E (IgE). L’allergia è familiare: si eredita la capacità di produrre una quantità esagerata di anticorpi IgE che reagiscono con quelle sostanze, liberando prodotti dell’organismo come l’istamina che provocano l’infiammazione in diverse parti del corpo. Se i parenti più stretti sono allergici (specie se lo sono i genitori) il bambino ha un alto rischio di soffrire di allergia nell’infanzia sino all’età dello sviluppo; la comparsa immediata di disturbi sulla pelle, nelle vie respiratorie (raffreddore e asma), agli occhi (congiuntivite), nelle vie digestive (vomito, diarrea) o, progressivamente, tutti assieme (razione anafilattica), a contatto con la stessa sostanza deve far sospettare una causa allergica. Il carattere allergico rimane per tutta la vita ma l’organismo del bambino allergico è in grado di costruire forme di difesa che gli consentono di poter diventare tollerante nei confronti della sostanza a cui è allergico (specie per i principali alimenti come latte e uovo) anche nel corso dei primi anni di vita; il controllo periodico dello specialista, su consiglio del pediatra, permetterà di accertare i miglioramenti ottenuti. Ulteriori informazioni su: www.ospedalebambinogesu.it e www.federasma.org .
I Se si sospetta che il bambino possa soffrire di disturbi a contatto di una sostanze allergenica (per es. latte, uovo, acari della polvere di casa, pollini, ecc), deve essere consultato il pediatra il quale, se dalla storia clinica e dalla visita conferma il sospetto, consiglierà una visita specialistica di allergologia pediatrica.
II Per la diagnosi di allergia vanno eseguite le prove cutanee (prick test) o il dosaggio sul sangue delle IgE specifiche per la sostanza che è sospettata allergizzante; se il disturbo è respiratorio devono essere effettuate le prove di funzionalità respiratorie (spirometria) per riconoscere l’asma bronchiale. Vanno assolutamente evitate le indagini alternative (cosiddette “prove di intolleranza”) perché prive di alcuna validità scientifica e quindi inutili.
III Al bambino allergico va evitato rigorosamente il contatto col fumo di tabacco. Il fumo passivo in gravidanza, durante l’allattamento e negli ambienti chiusi favorisce la comparsa dell’allergia nel bambino a rischio; il fumo attivo negli adolescenti favorisce anche l’asma: quindi va scoraggiato con una informazione adeguata. Anche prescindendo dall’allergia, ogni bambino ha il diritto di vivere in ambienti liberi dal fumo.
IV Il bambino con allergia accertata ad alimenti o a farmaci deve avere la garanzia di non assumere mai l’alimento o il farmaco in causa. Ne va della sua vita.
V Al bambino allergico a sostanze presenti negli ambienti interni (come acari della polvere – dermatofagoidi, peli di gatto, ecc) deve essere garantito che questi ambienti, in particolare la camera da letto, siano ben arieggiati e sgombri da arredi (tendaggi, tappeti, moquette) difficilmente lavabili che favoriscono l’accumulo di polvere, terreno favorevole alla riproduzione degli acari e al deposito di peli di animali. Questo vale sia per le abitazioni che, per esempio, in asilo.
VI Per il bambino allergico ai pollini va consultato il calendario pollinico che indica i periodi dell’anno “a rischio”. In questi periodi si dovranno attuare i provvedimenti preventivi comportamentali (uso di mascherine, occhiali scuri, ecc) e farmacologici che permettano al bambino di vivere all’aria aperta senza incorrere nei fastidiosi disturbi a occhi, naso e bronchi.
VII Al bambino che ha già sofferto di reazioni molto gravi a contatto dell’alimento o del farmaco allergizzante o a seguito dei punture di insetti deve essere garantita la fornitura gratuita del farmaco salvavita per prevenire lo shock anafilattico, che deve essere sempre disponibile e somministrata immediatamente al bisogno; va periodicamente istruito (sia il bambino che la sua famiglia) sull’uso dello strumento e sui successivi provvedimenti di pronto intervento.
VIII Al bambino con grave malattia della pelle causate da allergia deve essere garantita la fornitura gratuita dei presidi terapeutici locali e sistemici necessari al controllo della malattia stessa.
IX Il bambino ha il diritto di frequentare regolarmente tutte le attività ricreative, gioco e sport, adeguate alla sua età, sotto il controllo di personale addestrato nello specifico.
X Nella vita comunitaria del bambino, specie a scuola, vanno garantiti: ambienti interni ed esterni idonei, rigoroso rispetto del regime alimentare del bambino con documentata allergia ad un alimento, l’impiego di farmaci specifici, prescritti e certificati, necessari alla cura quotidiana o in caso di emergenza, somministrati da personale opportunamente addestrato.
Il bambino allergico in Italia Nel nostro Paese dal 1950 ad oggi si è passati da un 10% della popolazione colpita da una manifestazione allergica ad un allarmante 30% , che include bambini e adolescenti in età scolare. Questo boom di allergie, tale da considerarle oggi una vera e propria malattia sociale, è caratteristico di tutti i Paesi sviluppati come l’Italia, dove il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale (nell’ 80% dei casi provocata da allergie), il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica. Nonostante i numerosi problemi legati a questo tipo di disturbi, i bambini allergici e/o asmatici hanno il diritto di vivere la scuola, lo sport e i momenti ricreativi con la serenità e la spensieratezza tipica della loro età. E se è vero – come recitano i dati dell’indagine condotta nelle scuole dal Ministero dell’Istruzione – che solo il 42,65% degli istituti italiani è in possesso del certificato igienico-sanitario che attesta condizioni idonee ad accogliere gli studenti senza esporli a rischi per la propria salute, allora diventa imprescindibile sensibilizzare le Istituzioni, gli operatori del settore ed i genitori sulla necessità di rendere questi ambienti luoghi sicuri in cui tutti i ragazzi possano svolgere ogni attività legata all’apprendimento, allo svago e allo sport.

Marco MagheriResponsabile Servizio Comunicazione e Relazioni esterneOspedale Pediatrico Bambino Gesù - IRCCSTel. 06-6859.2390-2612Mobile 338-8440460E mail: ufficiostampa@opbg.netwww.ospedalebambinogesu.it

Lo sport fa bene anche a 70 anni

Negli uomini, un’attività fisica da moderata a intensa sembra ridurre il rischio di ictus

mercoledì 24 febbraio 2010

Sondaggi: Pdl intorno al 38%, boom della Lega oltre l’11%

Ecco tutti i sondaggi sulle intenzioni di voto dell’ultimo periodo.

Il Pdl è abbastanza stabile intorno al 38, ma probabilmente scenderà dopo gli ultimi sviluppi giudiziari. Sembra giovarne la Lega che è quasi al 12%. Nel centrosinistra il Pd intorno al 28%, Idv stabile (ma in discesa rispetto alle europee), Sel supera i comunisti. Udc praticamente ferma da mesi, Radicali intorno al 2%, maluccio l’Api sotto l’1%
Cliccate qui per vedere tutti i sondaggi precedenti (da aprile 2009)

FONTE: Il Fazioso 24 febbraio 2010

Salute: ecco i nostri errori più comuni

Pensando di fare qualcosa di utile alla nostra salute, spesso commettiamo invece errori che possono danneggiarla. Scopriamo quali.
Pulire le orecchie all’interno con i cotton-fioc Se leggete le indicazioni scritte sulle confezioni di cotton-fioc, scoprite con sorpresa che non si potrebbero usare per pulire il condotto uditivo, ma solo per il padiglione esterno. Inserire il cotton-fioc all’interno può causare piccole lesioni o spingere ancora più a fondo il cerume eventualmente presente.
Assumere farmaci scaduti La data di scadenza dei farmaci è approssimata per difetto, quindi assumere un farmaco a pochi giorni o settimane dopo la scadenza non dovrebbe avere effetti negativi, ma perché rischiare? Svuotate gli armadietti e gettate i farmaci scaduti negli appositi contenitori della spazzatura.Mangiare carote per migliorare la vista Le carote contengono vitamina A, un componente utile per la salute degli occhi. Ma in caso di cali della vista, mangiare grandi quantità di carote è del tutto inutile. Può solo farvi diventare la pelle arancione per un po’.
Lavarsi i denti con troppo vigore I denti vanno lavati con lo spazzolino delicatamente, altrimenti il rischio di danneggiare gengive e smalto è concreto. L’equazione energia=pulizia è sbagliata.Fare troppa attività fisica Andare oltre le nostre possibilità fisiche può causare più danni che benefici. Ci vogliono mesi di esercizio costante per aumentare i carichi atletici: non si può aumentare il carico di più del 10% a settimana.Digiunare quando si ha la febbre L’adagio popolare vuole che se si ha un raffreddore bisogna mangiare in abbondanza e se si ha la febbre alta digiunare. Si tratta di una credenza senza alcun senso.
Una corretta alimentazione aiuta a guarire prima e meglio.
Bere tanta acqua Bere acqua in continuazione anche se non si ha assolutamente sete è inutile e in molti casi dannoso. A meno di condizioni climatiche particolari e attività fisica, è sufficiente bere quando si prova lo stimolo della sete.
Fonte: Shmerling R. The Little Things We Do, and We Just Can't Stop - From twirling cotton swabs in our ears to starving a fever—habits with little purpose, and some that do harm. Harvard Health Publications 2010.david frati

martedì 23 febbraio 2010

L'effetto placebo è un potente “guaritore”

Sfruttare l'effetto per ottenere migliori risultati nelle cure
Parendo dal concetto che l’effetto placebo sia un mezzo potente per favorire la guarigione, un ricercatore australiano sostiene che potrebbe essere utilizzato efficacemente per aumentare i risultati delle cure mediche. Il dr. Damien Finniss dell’Università di Sidney ha condotto una revisione basata su diversi studi - in particolare pubblicati sulla rivista “The Lancet” - ed è arrivato alla conclusione che l’effetto placebo è talmente potente che può essere sfruttato al pari di una vera e propria medicina. «Alcune risposte al placebo sono estremamente grandi e possono essere equivalenti a quelle di un farmaco attivo. È semplice come credere, sperare e avere fiducia nel medico», ha dichiarato a questo proposito. Anche se nel mondo scientifico l’effetto placebo non è considerato allo stesso modo e ci sono ancora delle resistenze nei suoi confronti, il dr. Finniss ritiene che sia comunque visto sempre più come un processo che può offrire speranze e promesse grazie alla ricerca sull’interazione della mente con i processi chimici del cervello. In un recente studio, sottolinea Finniss, le persone che credevano di aver assunto degli oppiacei per il controllo del dolore – mentre invece avevano assunto un placebo - avevano le aree del cervello, interessate dall’azione di queste sostanze, attive come se avessero davvero preso le pillole antidolorifiche.«Le modificazioni nel cervello indotte dal placebo sono molto simili ai cambiamenti reali degli analgesici oppiacei». Ha aggiunto il dr. Finniss. Lo stesso fenomeno si è verificato con altri farmaci e placebo fatti assumere da gruppi diversi di persone.«La tecnologia avanzata e la metodologia di ricerca ha individuato effetti placebo diversi in tutto il corpo, come variazioni indotte dal placebo in cuore, polmoni e funzioni ormonali». Ha concluso il ricercatore.(lm&sdp)
FONTE. LA STAMPA

lunedì 22 febbraio 2010

Normativa Sanitaria del 22/02/2010

22/02/2010 - Tutela della salute del consumatore con riguardo al settore della ristorazione
E' stata pubblicata nella G.U. n. 40 del 18 febbraio 2010 l'ordinanza 29 gennaio 2010 recante "Misure urgenti in merito alla tutela della salute del consumatore con riguardo al settore della ristorazione". Il provvedimento, in vigore dal giorno stesso della pubblicazione, disciplina l?utilizzo degli additivi e delle sostanze gassose nella ristorazione. L'Ordinanza nasce dalle verifiche condotte da parte dei NAS su tutto il territorio nazionale in merito all?utilizzo da parte di alcuni ristoratori di miscele di additivi nella preparazione di piatti della cosiddetta "cucina molecolare".
18/02/2010 - Esposizione all'amianto durante il lavoro
Nella G.U. S2 n. 14 del 18/2/2010 e' pubblicata la direttiva 30 novembre 2009, n. 148 concernente: Direttiva n. 2009/148 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro - Pubblicata nel n. L 330 del 16 dicembre 2009
18/02/2010 - Presidi medico-chirurgici.
Nella G.U. n. 39 del 17/2/2010 e' pubblicato il decreto 4 febbraio 2010 recante: Elenco delle officine che alla data del 31 dicembre 2009 risultano autorizzate alla produzione di presidi medico-chirurgici.
18/02/2010 - Sostanze stupefacenti e psicotrope
Nella G.U. n. 39 del 17/2/2010 e' pubblicato il decreto 3 febbraio 2010 recante: Quantita' di sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere fabbricate e messe in vendita in Italia e all'estero nel corso dell'anno 2010.
15/02/2010 - Assistenza farmaceutica ospedaliera
Nella G.U. n. 35 del 12/2/2010 e' pubblicato il decreto 28 gennaio 2010 recante: Determinazione del tetto per la spesa per l'assistenza farmaceutica ospedaliera.

Follie e minacce su Facebook: «Tiro al bersaglio sui bambini Down»

Oltre mille gli iscritti. Delirio in Rete: «Un peso per la nostra società». Scoppia la rivolta, poi il gruppo chiude.
FONTE: IL CORRIERE DELLA SERA.IT

domenica 21 febbraio 2010

Asili nido: le famiglie spendono in media 3mila euro l'anno per le rette

La mappa dei costi, da Nord a Sud, nel dossier di Cittadinanzattiva che svela:"La regione meno cara, la Calabria, la più costosa la Lombardia". L'Italia al di sotto della media Ue nei servizi per l'infanzia, con una copertura di appena il 6%.

Fonte: www.scuolailfolletto.it
Crescere un figlio costa. Fin dalla prima infanzia: per mandare i piccoli al nido gli italiani pagano circa 3mila euro l'anno, in media 297 euro al mese. E la spesa, più si sale lungo lo Stivale, più cresce: se infatti in Calabria, la regione più economica, il nido costa alle famiglie solo 120 euro, in Lombardia si tocca quota 402. Insomma, regione che vai, retta che paghi.
È la geografia a incidere molto sulla cifra: a Lecco, ad esempio, la spesa per la retta mensile é di 572 euro, più che tripla rispetto a Cosenza (110) o Roma (146) e più che doppia rispetto a Milano (232). E ancora, in Liguria la retta più economica, registrata a Savona (279 mese per il tempo pieno) supera la più cara in Umbria (271 euro a Perugia, sempre per il tempo pieno).
Lo svela un dossier realizzato da Cittadinanzattiva, che è andata a fondo sui costi degli asili nido comunali in Italia, considerando una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44mila 200 euro e relativo Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) di 19mila. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali delle amministrazioni comunali. In una famiglia, si fa notare, la spesa media mensile per la retta del nido comunale ammonta al 10 per cento della spesa media mensile totale e, con riferimento a 10 mesi di frequenza a tempo pieno, la spesa ha un'incidenza del 6,5 per cento sul reddito lordo disponibile (e di circa l'8,5 per cento su quello netto).
Secondo dati Istat, rende noto l'associazione, la stessa famiglia sostiene in media una spesa mensile di 2mila 957 euro, così composta: 18,1 per cento in consumo alimentare; 6,7 per cento in vestiti; 28,6 per cento per l'abitazione; il 19 per cento in trasporti; il 5,7 per cento per il tempo libero ed il restante 21,9 per cento per altre spese (voce che comprende anche i servizi per la prima infanzia, le spese per l'istruzione, ecc). Ne emergere che dal 2006 ad oggi la situazione è rimasta invariata. Solo nel 2009 si è registrato un +1,4 per cento rispetto al 2007-08. In particolare, nel 2008-09, ben 34 città hanno ritoccato all'insù le rette di frequenza, e 7 capoluoghi hanno presentato incrementi a due cifre: Oristano (+51 per cento), Ragusa (+29 per cento), Catania (+20 per cento), Viterbo (+18 per cento), Trapani (+17 per cento), Salerno (+14 per cento), Pistoia (+11 per cento).
Rispetto a un anno fa, gli aumenti medi principali si registrano al Sud (+3,2 per cento) e al Centro (+2,7 per cento). Resta, come dato di fondo, l'enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze. Anche il numero degli asili nido é cresciuto, anche se solo del 2,4 per cento, rispetto al 2006: in media il 25 per cento dei richiedenti rimane in lista d'attesa, contro il 23 per cento di un anno fa. La maglia nera in questo ambito va alla Campania, con il 42 per cento di bimbi in lista di attesa, seguita da Lazio (36) e Umbria (35). A spendere meno delle altre famiglie italiane sono quelle della Calabria, con 120 euro mensili, mentre la regione più costosa risulta la Lombardia (402 euro). Nella top ten delle città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno si confermano Lecco, Belluno, Bergamo, Mantova, Sondrio, Treviso, Cuneo, Pordenone e Vicenza, mentre Udine subentra a Varese. Nella graduatoria delle 10 città meno care, prevalgono le realtà del Centro-Sud.
In assoluto, il centro urbano più economico risulta Cosenza, seguita da Roma, Chieti e Reggio Calabria. La Lombardia, oltre al primato negativo dei costi, vanta anche il più elevato numero di nidi, con 627 strutture pubbliche e circa 25mila posti disponibili, seguita da Emilia Romagna (538 nidi e 23mila 300 posti) e Toscana (399 nidi e poco più di 14mila posti). Fanalino di coda il Molise, con soli sei asili per 272 posti disponibili. A livello nazionale se ne contano 3mila 184, un numero insufficiente, benché in crescita. Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza, secondo Cittadinanzattiva, in media in Italia la copertura del servizio è del 5,8 per cento, con un massimo del 14,6 per cento in Emilia Romagna e un minimo dell'1 per cento in Calabria e Campania. Un dato, si fa notare, che conferma quanto l'Italia sia lontana dall'obiettivo comunitario che fissa al 33 per cento la copertura del servizio.
L'importanza di fornire adeguati servizi per l'infanzia è stata riconosciuta al livello Europeo, fa notare Cittadinanzattiva: "l'Agenda di Lisbona - è spiegato nell'indagine - ha definito alcuni obiettivi espliciti riguardo la loro fornitura. Confermando l'obiettivo della piena occupazione, il Consiglio d'Europa ha stabilito in quella sede la necessità, per tutti gli Stati membri, di rimuovere i disincentivi alla partecipazione femminile al mercato del lavoro e lo sforzo di fornire servizi perl'infanzia in misura tale da coprire, entro il 2010, almeno il 90 per cento dei bambini fra i 3 e i 6 anni, ed almeno il 33 per cento dei bambini sotto i 3 anni".
Obiettivi ribaditi dal Consiglio nelle linee guida per l'occupazione (2008-10). In realtà, la diffusione di tali servizi "differisce in modo notevole all"interno degli Stati membri - si precisa - ed in molti Paesi (tra i quali l'Italia) si è ancora molto lontani dalla meta fissata". Danimarca, Svezia e Irlanda si contraddistinguono per il più alto tasso di diffusione dei servizi per la prima infanzia, con una copertura percentuale del 40 per cento dei bambini in età inferiore ai tre anni, seguiti da Finlandia, Paesi Bassi e Francia (copertura del 30 per cento). Percentuali molto più basse si riscontrano in altri Paesi quali Germania (10 per cento), Italia (6), Repubblica Ceca (3) e Polonia (2).
LINK - Il dossier di CittadinanzAttiva sugli asili nido
Valentina Marsella
FONTE: NANNIMAGAZINE

sabato 20 febbraio 2010

Italia & Salute: meno fumatori e ipertesi, ma più obesi

Cambiano le patologie degli italiani in concomitanza del mutamento dello stile di vita. Ad aver inciso le campagne istituzionali, anche se l'obesità resta un problema cruciale. Lo dicono i primi dati su sette regioni dell'Osservatorio epidemiologico dell'

Fonte: www.heartfailure-europe.com
L'abitudine al fumo è in decremento, soprattutto fra gli uomini, come pure l'incidenza dell'ipertensione. L'Italia si indirizza verso una strada virtuosa sul fronte degli stili di vita e della dedizione alle cure prescritte, ma resta purtroppo un paese in sovrappeso.
Queste le anticipazioni relative ai primi dati raccolti su sette regioni, in una fascia d'età compresa fra i 35 e i 79 anni, dall'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell'Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), nell'ambito del progetto europeo 'Ehes', che si pone come obiettivo la conoscenza dettagliata delle condizioni sanitarie dei cittadini. Una ricerca che in Italia darà risultati definitivi non prima del 2011.
"Rispetto ad una indagine simile condotta nel 1998 su un campione di circa 10mila uomini e donne- ha spiegato Susanna Conti, direttore dell'Ufficio di statistica dell'Istituto superiore di sanità (Iss)- negli uomini aumenta l'obesità, diminuisce l'abitudine al fumo di sigaretta e aumenta la prevalenza degli ex fumatori; nelle donne sia l'obesità che l'abitudine al fumo rimangono stabili. Diminuisce la pressione arteriosa media e la prevalenza di ipertesi, chiaro indice dell'azione di prevenzione sullo stile di vita a livello collettivo ed individuale condotta con tenacia e del migliore controllo farmacologico dell'ipertensione arteriosa".
Per la nuova indagine sono state utilizzate le stesse procedure e metodologie standardizzate della precedente, ovvero quelle raccomandate dalla Feasibility of a European Health Examination Survey (Fehes). I due studi consentono di descrivere l'andamento nel tempo dei maggiori determinanti di salute della popolazione adulta italiana. Ogni regione arruola un campione rappresentativo della popolazione generale, proporzionale alla popolazione residente (220 persone di età compresa tra i 35-79 anni ogni milione e mezzo di abitanti). È assicurata la partecipazione per le regioni con popolazione inferiore.
A tutt'oggi l'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey (Oec/Hes) ha completato le operazioni di screening in 9 regioni (Friuli, Molise, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Calabria, Lazio e Piemonte). In Lazio e Piemonte lo screening è terminato a fine gennaio 2010. Il confronto tra i dati preliminari relativi alle prime 7 regioni completate nel settembre 2009, riguardanti i fattori di rischio raccomandati e quelli corrispondenti relativi all'indagine Oec del 1998, ha dunque permesso le prime considerazioni relative a pressione arteriosa, obesità e fumo.
Ancora prematuri, invece, i raffronti su colesterolemia totale ed Hdl, poiché i controlli di qualità laboratoristici sono ancora in corso. L'indagine italiana, oltre alla pressione arteriosa, alle misure antropometriche e agli esami ematochimici, prevede una serie di nuovi esami come ad esempio la spirometria e la densitometria ossea. La raccolta dei campioni di urine delle 24 ore ed una dettagliata raccolta delle abitudini alimentari sono realizzate per valutare il consumo di sale e l'eliminazione del sodio per la sorveglianza delle attività di prevenzione lanciate dal ministero della Salute per la riduzione del consumo di sale nella popolazione.
Inoltre, è stata creata una banca di campioni biologici per future determinazioni dei nuovi fattori di rischio. Ogni persona invitata allo screening riceve un'informativa scritta relativa allo stato di salute e, se appartenente alla fascia di età 35-69 anni, la valutazione del proprio rischio cardiovascolare secondo il punteggio individuale del 'Progetto Cuore'. Il tasso di partecipazione varia da regione a regione, dal 40 per cento nei centri urbani all'80 per cento nei piccoli centri. Per l'anno 2010 è previsto l'esame di campioni di popolazione delle Marche, Lombardia e Umbria.
Paola Simonetti
FONTE: NANNIMAGAZINE

giovedì 18 febbraio 2010

Caro bebè quanto costi, il primo anno è salasso

Federconsumatori, da biberon ad asilo fino a 13mila euro
di Stefania De Francesco

ROMA - Caro figlio, quanto ci costi. In tempo di crisi, mantenere un bimbo nel primo anno di vita è diventato un sacrificio ancora più gravoso. "Cifre da capogiro" secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori che, nel primo anno di vita, ha calcolato una spesa complessiva che va da un minimo di 5.828 euro a un massimo di 12.988 euro, con un aumento rispetto al 2008, rispettivamente del 4% e del 3%.
Per l'abbigliamento la forbice è fra 890 e 2.359 euro mentre se per i pannolini bisogna mettere in conto fra i 585 e i 980 euro l'anno, per una carrozzina occorre spendere fra 299 e 620 euro, per il seggiolino auto fra 135 e 199 euro, per il fasciatoio dai 69 ai 330 euro. E ancora, una culla costa fra 170 e 410 euro - indica l'Osservatotio Federconsumatori - per il lettino fra 240 e 710 euro. Supera i mille euro la spesa per latte e pappe, compresa fra 1.369 e 3.150 euro. Ma la variazione maggiore sembra riguardare il biberon: una confezione da quattro che nel 2008 si pagava dai 19 ai 32 euro, nel 2010 costa da 22 a 36 euro (con una variazione rispettivamente del 16% al 13%). Naturalmente, spiega l'Osservatorio, il costo varia a seconda del numero di mesi di allattamento materno e dai mesi in cui si utilizza il latte in polvere o fresco. Inoltre nelle pappe si considerano anche omogeneizzati e condimenti.
Per le visite mediche si va da 720 a 1.690 euro l'anno anche se - nota l'Osservatorio - questo dipende dalla possibilità di avere un buon pediatra pubblico (anche se il fatto che raramente facciano visite a domicilio costringe i genitori ad averne sempre uno privato a disposizione, con ricevuta per la costosissima visita pediatrica, mai inferiore a 125 euro). Ma risparmiare è possibile. Innanzitutto, un aiuto rilevante può arrivare da familiari e amici, con il passaggio e il prestito di alcuni accessori del corredo, sia con regali utili per festeggiare la nascita. Altra strada per risparmiare su mobili e accessori è il mercato dell'usato. Molte coppie giovani decidono di sostituire il passeggino, la carrozzina e l'ovetto per l'auto, con i cosiddetti 'tris, cioe' carrozzine che si trasformano in passeggino e in ovetto. Accessori che possono costare tra i 299 ed i 599 euro. Rilevante problema si presenta al rientro delle mamme al lavoro.
Più di tre famiglie su dieci, infatti, sono costrette a chiedere aiuto a nonni e parenti, o a pagare per un asilo nido privato o una babysitter a tempo pieno. Un mese a tempo pieno in un asilo nido privato costa da 460 a 692 euro (da 420 a 650 nel 2008) mentre una baby sitter costa dai 7,50 ai 9 euro l'ora (7-8 euro del 2008). Per aiutare le famiglie a sostenere questi costi il Governo, attraverso un accordo con l'Abi - ricorda l'Osservatorio - ha predisposto una misura di sostegno alle famiglie che hanno avuto un figlio o per una adozione nel 2009, 2010 o 2011. A differenza del Bonus Bebé previsto negli scorsi anni, che consisteva in un contributo a fondo perduto (ad es. in Finanziaria 2006 era previsto un assegno una tantum di 1.000 euro), da quest'anno consisterà in un finanziamento fino a 5.000 euro, utilizzabili per qualsiasi tipo di spesa, e da rimborsare in cinque anni. "E' un prestito a tutti gli effetti più che una misura a favore delle famiglie" rileva Federconsumatori che metterà in campo "iniziative per ripristinare, sia a livello centrale sia periferico, un reale Bonus bebé di almeno 1.000 euro, soprattutto in questo periodo di crisi che sta mettendo a dura prova i bilanci familiari".

martedì 16 febbraio 2010

Come riconoscere i sintomi di un infarto o attacco cardiaco

Non sempre il dolore al braccio è sinonimo d'infarto. Come capire se si è a rischio
Secondo un sondaggio condotto dalla Pennsylvania Medical Society (Usa) il 34% delle persone intervistate sosteneva di sapere che aveva avuto un attacco di cuore perché il petto e il braccio gli facevano male. Tuttavia, il cardiologo dr. Richard Schott sostiene che «Il dolore non è sempre un indicatore. Ogni nuova pressione o fastidio nella parte superiore del corpo può segnalare un attacco di cuore». Il dr. Schott suggerisce che se vogliamo arrivare a prendere per tempo un possibile infarto e riuscire magari a salvare o salvarci la vita dobbiamo tenere conto anche di altri segni indicatori come, per esempio, una pressione o un fastidio al torace o nella parte superiore del corpo; un disagio che si irradia non solo al braccio sinistro ma anche alla mandibola, alla schiena, al collo e/o allo stomaco; la mancanza di respiro; un’improvvisa sudorazione, anche fredda; vertigini; nausea. Se si riscontrano alcuni di questi sintomi è «bene peccare di eccesso di cautela» aggiunge Schott, perché se si tratta di un attacco di cuore, più si aspetta più danni possono causarsi. È bene quindi avvisare i soccorsi, sottolineando il fatto che potrebbe trattarsi di un problema cardiaco in modo che il personale sia preparato e possa iniziare il trattamento non appena arrivi. Se poi non sapete ancora quali possono essere i fattori di rischio per un attacco di cuore, ecco un elenco dei maggiori. - STORIA FAMIGLIARE: se in famiglia il padre ha avuto problemi di cuore prima dei 55 anni d’età o se li ha avuti la madre prima dei 65 anni bisogna tenersi sotto controllo. A maggior ragione se anche eventuali fratelli o sorelle hanno avuto lo stesso problema. - FUMO: se si fuma si può essere maggiormente a rischio. Considerare di smettere di fumare può essere una buona cosa per la salute del cuore. - COLESTEROLO: anormali livelli di colesterolo devono rendere sospettosi. In particolare l’equilibrio tra i colesterolo LDL e HDL deve essere tenuto sotto controllo. - PRESSIONE SANGUIGNA: l’ipertensione o comunque una pressione arteriosa elevata può essere un fattore di rischio, a maggior ragione per il fatto che spesso non ci sono sintomi evidenti di questa condizione. - SEDENTARIETA’: fare poco o nullo esercizio può esporre al rischio di malattie cardiovascolari e le loro conseguenze. Fare anche poco esercizio può aiutare. - DIABETE: il diabete espone a un rischio molto elevato di attacchi cardiaci e questi si possono manifestare con sintomi atipici. È importante tenersi sotto controllo medico. In linea generale, il dr. Schott e colleghi ricordano che la prevenzione è sempre l’arma migliore per combattere le malattie dell’apparato cardiocircolatorio e gli attacchi di cuore. (lm&sdp)
FONTE. LA STAMPA

lunedì 15 febbraio 2010

Misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria

Nella G.U. n. 34 dell'11/2/2010 e' pubblicato il D.Lgs. 25 gennaio 2010, n. 9 recante: Attuazione della direttiva 2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE.

sabato 13 febbraio 2010

Il caso, 'sei diventato nonno' e si sveglia dal coma.

L'evento insolito è accaduto all'ospedale di Bristol, l'uomo era caduto da un tetto
(Adnkronos Salute) - Ci sono notizie che 'rimettono al mondo'. Come nel caso di David Russell, un allevatore di Gloucester, nel Sud Ovest dell'Inghilterra, uscito dal coma dopo due settimane alla notizia di essere diventato nonno. L'uomo, 60 anni, ha subito un delicato intervento al cervello per la rimozione di un grumo di sangue formatosi dopo la caduta da un tetto di una stalla, dove il signor Russell era intento a fare dei lavori. Trasportato d'urgenza, via elisoccorso, al Frenchay Hospital di Bristol, è stato operato immediatamente, ma subito dopo l'intervento è entrato in coma. La moglie Helen, 57 anni, racconta che i medici le avevano lasciato ben poche speranze. Semmai fosse uscito dal suo 'sonno', David avrebbe riportato gravi danni cerebrali. Ma Helen non si dà per vinta e quando nasce la loro prima nipotina, la piccola Edie, sussurra nell'orecchio del marito la buona notizia, pregandolo di destarsi dal coma. "Ha iniziato a muoversi - racconta la donna sulle pagine del 'Daily Mail' - ha aperto gli occhi e n'è ha strizzato uno verso di me. E' incredibile: tutto è iniziato quando gli ho detto che era finalmente diventato nonno". Momenti che l'uomo oggi non ricorda affatto. "Ma è fantastico - spiega lui - avere incontrato Edie e averla potuta ringraziare per avermi salvato la vita". L'uomo - che appare sorridente sul sito online del quotidiano britannico, con la moglie al suo fianco e una foto che ritrae la piccola Edie tra le mani - ha visto la sua nipotina per la prima volta al Gloucester Royal Hospital, dove si sta sottoponendo a una terapia riabilitativa.

CALDEROLI – REGIONALI: "NORD VEDE UDC COME NEMICO E COME SIMBOLO DELLA CANCELLATA PRIMA REPUBBLICA"

"Ringraziamo Pierferdinando Casini, per aver detto che faranno una campagna elettorale contro la Lega Nord, perché al Nord il sapere che lui e l’Udc sono contro qualcosa fa automaticamente raddoppiare i consensi nei confronti di questo qualcosa: pertanto, visto che sarà la Lega Nord ad aumentare nei voti, non possiamo che ringraziarlo!
Del resto al Nord, ormai, l’Udc è visto soltanto come un nemico e come il simbolo di una cancellata prima Repubblica.
Comunque ringrazio Casini per la sua coerenza e lo ringrazio, insieme alla presidente uscente Bresso, per essere riusciti, nella loro coalizione, a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa.
Non a caso il ticket presidente-vice presidente che propongono, intendono realizzarlo con chi ha fatto il rappresentante, in tempi recenti, di governi nazionali sia di centrosinistra che di centrodestra…"


Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord

venerdì 12 febbraio 2010

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 4 febbraio 2010
Nomina a Sottosegretari di Stato alla Salute dell'on. Francesca Martini e dell'on. Eugenia Maria Roccella. (10A01712) (G.U. Serie Generale n. 29 del 5 febbraio 2010)


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'art. 10 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive
modificazioni, recante disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 12 maggio
2008, recante nomina dei Sottosegretari di Stato;
Vista la legge 13 novembre 2009, n. 172, recante istituzione del
Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei
Sottosegretari di Stato;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di
concerto con il Ministro della salute;
Sentito il Consiglio dei Ministri;

Decreta:

L'on. Francesca Martini e l'on. Eugenia Maria Roccella sono
nominati Sottosegretari di Stato alla Salute.
Il presente decreto sara' comunicato alla Corte dei conti per la
registrazione.
Dato a Roma, addi' 4 febbraio 2010

NAPOLITANO


Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri
Fazio, Ministro della Salute

Registrato alla Corte dei conti il 5 febbraio 2010
Ministeri istituzionali - Presidenza del Consiglio dei Ministri,
registro n. 1, foglio n. 356

Elezioni Regionali: tutti i sondaggi su Piemonte e Liguria (11/02)

Valium e ansiolitici creano tossicodipendenza come eroina e cannabis

Scoperto il meccanismo d'azione delle benzodiazepine sul cervello


I farmaci ansiolitici a base di benzodiazepine (BDZ) come Valium e altri come Ativam, Xanax, secondo gli esperti creano dipendenza al pari di droghe come l’eroina o la cannabis. Ma come questo fosse possibile ancora non si sapeva.
Ora, un nuovo studio pare aver fatto luce su questo processo scoprendo come le benzodiazepine agiscono sul cervello.

I ricercatori svizzeri dell’Università di Ginevra hanno scoperto che queste sostanze agiscono producendo un effetto calmante facendo aumentare l’azione di un neurotrasmettitore detto Gaba (Acido Gamma-Aminobutirico) che attiva la dopamina, l’ormone della gratificazione. Tutto questo nello stesso modo in cui agiscono gli oppioidi (eroina, oppio) e i cannabinoidi (hashish, marijuana).
Una situazione che può creare dipendenza, così come spesso avviene nelle persone che assumono farmaci a base di benzodiazepine.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature”, chiarisce il collegamento tra le benzodiazepine e le droghe che creano assuefazione, hanno commentato i ricercatori.
Noi «crediamo che questo sarà un elemento essenziale per la progettazione di nuove BDZ con effetti di dipendenza inferiori», ha aggiunto il dr. Christian Luscher del team di ricerca.
(lm&sdp)

FONTE: LA STAMPA

giovedì 11 febbraio 2010

Agopuntura per i bambini con malattie e dolori cronici

Gli aghi utilizzati contro dolore e sintomi da terapie intensive

Purtroppo anche i bambini possono essere vittime di malattie croniche e più o meno gravi. Se poi si aggiungono terapie intensive o debilitanti, si accentuano il disagio e altri disturbi collaterali come stanchezza, nausea, vomito e forti dolori.
Tutti questi fattori non sempre possono essere trattati con altri farmaci che non sortiscano altri effetti indesiderati. Tenendo anche conto che i bambini sono più vulnerabili e sensibili.

Per far fronte a questi problemi e per cercare soluzioni più dolci per offrire sollievo, i medici del Rush University Medical Center di Chicago, hanno proposto ai pazienti pediatrici dei trattamenti di agopuntura. Questo progetto fa parte di uno studio atto ad analizzare e documentare come l’agopuntura possa essere utile nel ridurre il dolore intenso e aumentare la qualità della vita dei bambini.
«Curare i bambini con l'agopuntura è una nuova frontiera. Stiamo cercando di vedere se esiste una terapia efficace nella gestione del dolore da poter offrire, che non abbia i gravi effetti collaterali che possono essere causati da sostanze stupefacenti e di altri farmaci contro il dolore grave», ha dichiarato il dr. Dr. Paul Kent, pediatra e oncologo del Rush Children Hospital.
La possibilità di offrire un trattamento efficace quanto dolce è una prospettiva altamente allettante. «L'agopuntura potrebbe essere una possibile soluzione al dilemma di controllare il dolore nei pazienti in età pediatrica» ha concluso la dr.ssa Angela Johnson, esperta in Medicina Cinese del Rush.
(lm&sdp)

Fonte: LA STAMPA

mercoledì 10 febbraio 2010

SANITA': COTA, A TORINO CITTA' DELLA SALUTE, SERVE TAVOLO

(AGI) - Torino, 9 feb - “La Citta’ della Salute non puo’ essere realizzata fuori Torino, l’idea della Bresso in proposito va rispedita al mittente. La Citta’ della Salute deve servire alla gente e realizzarla fuori citta’ significa solo causare disagi agli utenti”. Cosi’ il candidato della Lega Nord e Pdl alla presidenza del Piemonte Roberto Cota, oggi, nel corso di un incontro con i giornalisti.

Cota ha proposto, quindi, un tavolo, da convocare subito dopo le elezioni regionali, con il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ed il rettore dell’Universita’ Pelizzetti “per identificare quella che puo’ essere l’area dove realizzare la Citta’ della Salute. Questo progetto e’ un grande investimento infrastrutturale, che puo’ avere un grande valore economico dal punto di vista dei posti di lavoro e della ricerca. E’ importante come la Tav per la nostra regione”.

E non solo: il candidato del centro-destra alla guida del Piemonte ha annunciato anche che proporra’ prossimamente al ministro Gelmini di istituire in Piemonte una scuola superiore di medicina, che riguarda gli allievi degli ultimi due anni dei corsi universitari. “E’ una proposta - ha detto Cota - che si puo’ realizzare fin da subito e che, inizialmente, fino a quando non sara’ costruita la Citta’ della Salute, potra’ avere sede presso l’Ospedale Molinette. E’ un’iniziativa per far diventare Torino capitale della ricerca scientifica applicata alla sanita’”.(AGI) Ch

martedì 9 febbraio 2010

Pasti in famiglia, poca TV, e il bambino non diventa obeso

Anche il sonno regolare aiuta a non ingrassare eccessivamente


È la rivincita della famiglia? Sì. Perlomeno per quanto riguarda la prevenzione dell’obesità infantile, una piaga che sta dilagando a macchia d’olio anche in Italia.
Complici i pasti fuori casa e fuori orario, snack, troppa Tv e poco sonno.

Al contrario chi può godere delle vecchie, sane abitudini, di pranzare insieme in famiglia con il cibo cucinato dalla mamma, Tv spenta (meglio parlare) e un buon sonno ristoratore vede scendere le probabilità di diventare obeso, con tutti i grandi rischi per la salute, e la vita, che questa condizione porta con sé.

I ricercatori dell’Ohio State University (OSU) coordinati dalla dr.ssa Sarah Anderson e dal dr. Robert Whitaker, rispettivamente epidemiologo e pediatra, hanno condotto un largo studio analizzando i dati raccolti su 8.550 bambini nati nel 2001.
Dai dati è emerso un collegamento tra le abitudini e uno stile di vita sbagliati e l’obesità. Per questo motivo i ricercatori suggeriscono che l’adozione di queste tre routine di famiglia potrebbe essere un’interessante strategia per la prevenzione dell’obesità per tutte le famiglie con figli piccoli, soprattutto perché queste routine possono apportare benefici per uno sviluppo globale dei bambini.
Tuttavia, avvertono i ricercatori, questo studio da solo non può confermare che unicamente le routine di per sé possono proteggere i bambini dall’obesità, ma possono intervenire anche altri fattori.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Pediatrics”.
(lm&sdp)

Fonte: LA STAMPA

domenica 7 febbraio 2010

Ministro Fazio presenta il Piano Oncologico Nazionale 2010-2012

L’oncologia costituisce una delle priorità del Ministero della salute.
Tale priorità appare evidente se si considera non solo l'incidenza (oltre 250.000 nuovi casi/anno) ma anche la prevalenza (nel 2010 sono previsti oltre 2 milioni di casi) dei tumori in Italia.
Appare evidente quindi la necessità di una adeguata programmazione dello sviluppo tecnologico e della allocazione delle risorse disponibili.
In tal senso il Ministero ha sviluppato un piano triennale oncologico, ufficialmente presentato dal Ministro Ferruccio Fazio nell'ambito della Conferenza stampa del 22 gennaio 2010. Alla conferenza ha partecipato il presidente della Commissione oncologica nazionale prof. Armando Santoro.

"Gli obiettivi più rilevanti del Piano - dichiara il Ministro - consistono nella possibilità di offrire standard diagnostici e terapeutici sempre più elevati a tutti i cittadini italiani, riducendo il "gap" esistente fra le diverse aree del Paese e nel contenimento della spesa sanitaria grazie ad una sempre maggiore razionalizzazione delle risorse. Per tali motivi è stato dato ampio risvolto sia alla prevenzione (universale, secondaria e terziaria), che alla continuità di cura in fase diagnostica e terapeutica, così come all'assistenza domiciliare e alle cure palliative, ma tale processo - continua Fazio - non può prescindere da un rinnovo tecnologico che andrà discusso e concordato con le Regioni."

Oltre l'aspetto assistenziale, grande rilevanza si è voluta dare all'innovazione e alla ricerca clinica in oncologia. L'Italia è un paese altamente competitivo a livello internazionale. Per rimanere competitivi è però indispensabile lo sviluppo di nuove tecnologie sia in campo diagnostico che terapeutico. Questo obiettivo si può raggiungere indirizzando i fondi per la ricerca clinica verso settori innovativi, quali la ricerca traslazionale e lo sviluppo di nuovi farmaci.
Per ottenere questo, e sopratutto per rendere il Paese interessante per gli investitori stranieri, è indispensabile semplificare la burocrazia mediante uno snellimento delle procedure di approvazione dei progetti di ricerca; e tale aspetto è di particolare rilevanza per le fasi iniziali della ricerca sui nuovi farmaci.


"Personalmente - conclude il Ministro - sono estremamente fiducioso che la condivisione e l'applicazione di tale Piano oncologico con le Regioni ci consentirà di ottenere risultati ancora migliori sia dal punto di vista assistenziale che scientifico".

Consulta la sintesi del Piano oncologico nazionale 2010-2012.

Redazione Ministerosalute.it

sabato 6 febbraio 2010

Obesità: italiani sempre più grassi, senza conoscerne i rischi

Mentre dilaga il sovrappeso nel nostro Paese, si abbassa la consapevolezza dei danni legati ad errati stili di vita: in via di estinzione la dieta mediterranea, sempre più presenti patologie derivanti dall'ecceso di peso.


Circa 30 milioni di italiani (il 50 per cento della popolazione) sono in sovrappeso, 4 milioni e mezzo in situazione di vera e propria obesità. Un terzo dei ragazzi tra i 6 e gli 11 anni ha problemi con la bilancia. Numeri impressionanti, a fronte dei quali cala il ricorso alla dieta mediterranea.



La denuncia di una china comportamentale grave legata ad alimentazione e abitudini di vita sbagliate, è stata lanciata da tempo da istituzioni e organizzazioni di settore, trovando spazio a intervalli regolari su tutti i media del nostro Paese. Eppure solo un italiano su due, secondo recenti dati diffusi dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), conosce i rischi per la salute legati all'eccesso di peso.



Un'indagine proprio fra i medici di famiglia, rivela che il 74 per cento di loro si trova a fronteggiare il 10 per cento di pazienti obesi e fino al 30 per cento chiaramente in sovrappeso, tanto da dover intervenire con un programma di riduzione o mantenimento della linea almeno nel 40 per cento dei casi (30,26).



Vita sedentaria e alimentazione scorretta, le principali e note cause dell'eccesso di peso. Sotto accusa, in particolare, la progressiva scomparsa della dieta mediterranea, a cui un colpo ben assestato, avrebbe dato la crisi economica: l'aumento dei prezzi di frutta e verdura, secondo la Coldiretti, avrebbe condotto il consumo di questi prodotti ad una flessione del 20 per cento negli ultimi cinque anni.



Le pesantissime ripercussioni sulla salute, fanno essere dunque l'besità un problema di sanità pubblica di proporzioni preoccupanti, che impensierisce i medici. A ricordare l'entità del fenomeno, ci ha pensato di recente anche la Croce Rossa, fornendo un quadro della patologie legate all'obesità che affliggono gli taliani.



"Il 6,8 per cento della popolazione è affetto da diabete, il 33 degli uomini ed il 31 delle donne da ipertensione arteriosa, mentre il 21 per cento degli uomini e il 25 delle donne soffrono di ipercolesterolemia", ha spiegato Giuliano Da Villa, epatologo, consigliere del commissario straordinario nazionale della Cri.




"Dal punto di vista clinico - prosegue Da Villa - la 'sindrome metabolica' è diagnosticata quando una persona presenta tre dei seguenti sintomi: obesità centrale caratterizzata da una circonferenza superiore a 102 cm nei maschi e 88 cm nelle femmine, dislipedemia con altri trigliceridi, iperglicemia e ipertensione. La prevenzione di questa sindrome, si basa anzitutto sulla lotta all'obesita' attraverso i due fattori ambientali che la provocano e la favoriscono: scorretta alimentazione e sedentarierà".



E seppure crucali si rivelano campagne di sensibilizzazione e divulgazione, fondamentale è l'operato diretto del medico con ogni singolo paziente. L'indagine Fimmg ha messo in luce che l'85 per cento dei medici di famiglia affronta il tema con un approccio integrato, che si basa essenzialmente sulla dieta e sul consiglio di una maggiore attività fisica (solamente il 13% ricorre anche ai farmaci). "In questo modo, per un medico su due, si ha un iniziale calo ponderale già dopo 3 mesi, anche se poi la difficoltà maggiore, nel 67% dei casi, è mantenere i risultati raggiunti".



Se è relativamente facile, dunque, far seguire un corretto regime alimentare, almeno in un primo periodo, il vero scoglio è far iniziare al malato un'attività fisica: per il 64 per cento dei medici Fimmg è possibile in meno del 20 per cento dei pazienti. Ma, ha tenuto a sottolineare la Fimmg, l'interesse nel seguire il paziente comunque resta alto tanto che, nel caso di prescrizione di una terapia farmacologica, solo un camice bianco su quattro invia il paziente obeso dallo specialista.

Paola Simonetti
Fonte: Nanni Magazine

venerdì 5 febbraio 2010

IV COMMISSIONE

SEDUTA N. 97 DEL 22 GENNAIO 2010 - SALA DEI MORANDO


ARGOMENTI TRATTATI


Espressione parere consultivo in ordine al disegno di legge n. 648 all’oggetto: “Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2010-2012” , relativamente alle materie di competenza della Commissione


Il Vice Presidente della Giunta regionale con delega in materia di edilizia sanitaria sottolinea che i fondi messi a disposizione nel bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 si limitano a garantire le iniziative già avviate, prevedendo ulteriori investimenti riferiti alle medesime per i successivi anni 2011 e 2012.
Infatti evidenzia che l’attuale Giunta regionale ha ritenuto opportuno predisporre un bilancio essenzialmente tecnico non vincolando l’imminente prossima Giunta regionale con nuove iniziative.
Quindi passa ad illustrare i capitoli relativi alla UPB DB20102 inerenti la manutenzione straordinaria, il rinnovo, l’adeguamento tecnologico , gli interventi urgenti e l’acquisizione di strutture sanitarie nonché l’assegnazione alle ASL ed alle ASO delle somme provenienti dallo Stato per il finanziamento di interventi in materia di edilizia sanitaria pubblica ai sensi dell’articolo 20 della legge 67/88.
Circa la DCR 131-23049 del 19 giugno 2007 “Approvazione del Programma degli investimenti in edilizia e attrezzature sanitarie per l’attivazione delle procedure di sottoscrizione di un nuovo accordo di programma tra Stato e Regioni” rende informazioni sui protocolli d’intesa siglati riguardanti i presidi ospedalieri di Vercelli e Novara.e sui beni alienabili delle strutture sanitarie piemontesi precisando che a tale riguardo si è proceduto al censimento del patrimonio da dismettere delle Asl e delle ASO.

Un Consigliere di minoranza, con riferimento a quanto previsto dalla su citata DCR, chiede che il Vice Presidente, a tempi brevi, fornisca ai Consiglieri la documentazione seguente:
- gli accordi di programma siglati;
- i protocolli di intesa sottoscritti;
- il numero dei posti letto esistenti e di quelli previsti a seguito della costruzione e/o ristrutturazione delle strutture sanitarie;
- l’elenco degli interventi mirati all’umanizzazione collegati ai progetti di edilizia sanitaria.

Il Vice Presidente della Giunta regionale si impegna a consegnare ed illustrare in Commissione quanto richiesto dal Consigliere il giorno 5 febbraio 2010 p:v..

Si passa ad esprimere il parere consultivo in ordine al disegno di legge n. 648.
Il voto registra l’esito seguente:
favorevoli: PD – RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA – SINISTRA DEMOCRATICA PER IL SOCIALISMO EUROPEO – ITALIA DEI VALORI – MODERATI PER IL PIEMONTE RIFORMISTI – SOCIALISTI DEM. ITALIANI;
contrari: //;
astenuti: //;
non partecipano al voto. FORZA ITALIA-POPOLO DELLA LIBERTA’ – ALLEANZA NAZIONALE-POPOLO DELLA LIBERTA’ – L’AMBIENTA-LISTA-W.W.F.F.-VERDI-VERDI – SOCIALISTI E LIBERALI – GRUPPO CONSUMATORI.

Il parere consultivo per le materie di competenza della Commissione è espresso a maggioranza dei Consiglieri presenti ed è trasmesso alla I Commissione consiliare (Bilancio) per gli adempimenti conseguenti.




Conclusione esame proposte di legge n. 394 all’oggetto: “Interventi per la qualificazione e il sostegno dell’attività di assistenza familiare “ presentata dal Consigliere regionale BOETI (primo firmatario) ed altri; n. 564 all’oggetto: “Norme per la valorizzazione del profilo professionale e formativo dell’assistente familiare” presentata dai Consiglieri regionali BURZI e COTTO (primi firmatari) ed altri; n. 574 all’oggetto: “Interventi per il sostegno e la qualificazione dell’attività domiciliare svolta dagli assistenti familiari” presentata dal Consigliere regionale CLEMENT (primo firmatario) ed altri; n. 575 all’oggetto: “Servizi domiciliari per persone non autosufficienti” presentata dal Consigliere regionale LEPRI (primo firmatario) ed altri; n. 601 all’oggetto: “Interventi a favore della figura dell’assistente familiare ed a sostegno degli anziani ultrasettantenni e delle famiglie con anziani a carico” presentata dal Consigliere regionale VIGNALE (primo firmatario) ed altri.



Il Presidente dà lettura dell’articolo 12 (Norma finanziaria), riscritto dalla I Commissione consiliare, del testo unificato delle proposte di legge n. 394, 564,575 e 601 Servizi domiciliari per le persone non autosufficienti che recita:
Art. 12 (Norma finanziaria)
1. Per l’attuazione della presente legge, nel biennio 2010-2011, allo stanziamento annuo pari a 12 milioni di euro, in termini di competenza, iscritto nell’unità previsionale di base (UPB) DB19021 (Politiche sociali e politiche per la famiglia Prog socio-assistenziale, integ. Socio-sanitaria rpp. Enti gest. Istit Titolo I: spese correnti) e allo stanziamento annuo pari a 80 milioni di euro, in termini di competenza, iscritto nell’unità previsionale di base (UPB) DB20091 (Sanità Allocazione e controllo risorse finanziarie Titolo I: spese correnti) del bilancio pluriennale per gli anni 2009-2011 si fa fronte con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall’articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dell’articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l’anno 2003).
L’articolo su esposto è votato all’unanimità dei Consiglieri presenti.

Si passa a votare l’intero testo unificato delle proposte di legge recante Servizi domiciliari per le persone non autosufficienti.
Il voto registra l’esito seguente:
favorevoli: PD – FORZA ITALIA-POPOLO DELLA LIBERTA’ – RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA – ALLEANZA NAZIONALE-POPOLO DELLA LIBERTA’ – LEGA NORD. PIEM.-PADANIA – SINISTRA DEMOCRATICA PER IL SOCIALISMO EUROPEO – MODERATI PER IL PIEMONTE RIFORMISTI – SOCIALISTI DEM. ITALIANI;
contrari: //;
astenuti: //;
non partecipano al voto://

Quindi la Commissione licenzia all’unanimità dei Consiglieri presenti il testo unificato suddetto, nominando corelatori i Consiglieri regionali Antonio BOETI e Gian Luca VIGNALE e rassegnandolo all’Aula consiliare per l’esame conclusivo.

giovedì 4 febbraio 2010

Medicine complementari o alternative: come usarle

Il decalogo per evitare problemi e spiacevoli sorprese


La rivista del movimento difesa consumatori, "Altroconsumo", ha pubblicato un decalogo per districarsi coscientemente tra le medicine complementari o alternative.
In questo campo, difatti, per alcune discipline spesso regna la più assoluta anarchia e confusione.
Sono molti gli operatori improvvisati e i millantatori.
Ciò non di meno, possono essere utili. E così, l'agopuntura, l'omeopatia, la fitoterapia ecc. per essere d'aiuto devono essere utilizzate con cognizione di causa e consultandosi prima con il proprio medico. Secondo Altroconsumo, infatti, "Fare di testa propria può comportare rischi seri per la salute".

Ci sono delle regole che l'Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato specificando quali sono le medicine complementari più conosciute e utilizzate. Tra queste vi è l'agopuntura e la medicina tradizionale cinese (MTC), l'omeopatia, la fitoterapia, le manipolazioni osteo-articolari e la medicina ayurvedica.
Queste metodologie sono definite in più modi, oltre a quelli già citati come "complementari" o "alternative". Tra i tanti: non convenzionali, integrative, tradizionali, naturali…
Nel particolare, l'Istituto Superiore di Sanità ha stilato una guida per aiutare i pazienti che intendono rivolgersi alle medicine complementari a farlo senza correre rischi per la salute.

Ecco le domande risposte pubblicate da Altroconsumo:
Le medicine complementari sono efficaci per la salute?
Nella maggior parte dei casi l'efficacia è basata sull'uso e la pratica piuttosto che sugli studi clinici utilizzati nella medicina classica. Possono giocare un ruolo utile nel miglioramento della qualità della vita e del benessere, più che per la cura vera e propria delle malattie.

Le medicine complementari presentano rischi per la salute?
Sono in genere ritenute responsabili di minori effetti collaterali. È sbagliato, però, pensare che i prodotti "naturali" (erboristici, integratori, fitoterapici, omeopatici…) siano sicuri per definizione: tutti possono provocare effetti indesiderati, reazioni allergiche o interagire con altri farmaci. Queste terapie sono rischiose se consigliate o prescritte in modo non appropriato o senza la dovuta competenza.

E questo il "Decalogo per un uso corretto delle medicine complementari":
Parlane con il tuo medico
Se pensi di poterti curare con una di queste terapie parlane comunque sempre anche con il tuo medico curante.
Non abbandonare
Non abbandonare le terapie convenzionali senza averne discusso con il medico.
Non affidarti
Non affidarti a presunti ricercatori o esperti, al sentito dire, al fai-da-te o ai consigli di amici. Non affidarti all'automedicazione se non per disturbi minori e di breve durata. Parlane sempre con il farmacista o con il medico.
Non assumere né raccogliere
Non assumere prodotti a composizione sconosciuta, privi di etichetta, o senza consiglio di un esperto, in particolare in gravidanza o allattamento. Non raccogliere erbe spontanee per farne preparati ad uso medicinale
Diffida
Diffida di canali distributivi come Internet o delle vendite domiciliari prive delle dovute garanzie. Diffida della pubblicità di terapie o rimedi miracolosi.
Informati
Informati sempre sui reali vantaggi di ogni terapia, sulle garanzie di sicurezza ed efficacia, e in particolare quando ti venga proposta come sostitutiva di quella convenzionale.
Consulta
Consulta sempre un medico o un farmacista quando devi o vuoi somministrare un prodotto naturale a un bambino o a un anziano, anche se sani, e a maggior ragione se ammalati o in terapia con altri farmaci
Affidati
Per una terapia complementare o non convenzionale affidati sempre a un medico esperto, chiedendo al tuo medico di famiglia, alla tua Asl, all' Ordine dei Medici della tua Provincia e a Società Scientifiche accreditate.
Conserva
Conserva i prodotti nella loro confezione di origine, lontano dalla portata dei bambini, all' asciutto, lontano da fonti di luce o di calore.
Segnala
Segnala sempre al tuo medico o al farmacista ogni sospetta reazione avversa a un medicinale o prodotto naturale. Segnala all' Ordine dei medici o dei farmacisti chiunque ti prescriva o pratichi terapie complementari senza averne i requisiti professionali.
(lm&sdp)

Fonte: Altroconsumo

Ru 486: arrivano linee guida governo

Dopo orientamento Piemonte di lasciare liberta' su ricovero

(ANSA) - ROMA, 4 FEB - Ricovero o day hospital: si riaccende il dibattito sulla somministrazione della pillola Ru486 in vista del suo arrivo negli ospedali.La polemica e' stata innescata dalla posizione del Piemonte che, in assenza di linee guida, era orientato verso la possibilita' di lasciare liberta' a medico e paziente di valutare caso per caso.Una scelta contro la quale si e' levata subito la voce del governo che ha annunciato l'arrivo di linee guida per fare chiarezza sulle modalita' di uso della pillola.

mercoledì 3 febbraio 2010

Imparare a star bene: al via a Torino 3 corsi gratuiti per il benessere

Ginnastica AntiStress, Musicoterapia e Massaggio antistress


Benessere e salute si possono conquistare anche grazie alla conoscenza personale di tecniche e metodi ad hoc. Imparare nuovi modi per star bene - o anche per aiutare gli altri a star bene - mettendo a frutto le lezioni di 3 corsi gratuiti a cui è possibile partecipare semplicemente iscrivendosi.
Sono infatti aperte le iscrizioni ai corsi gratuiti a cura dell’Associazione Cultura & Benessere di Torino con il contributo della Circoscrizione 10 di Torino.
In quattro settimane con pausa quindicinale e ripresa di altre quattro settimane per un totale di tre cicli da febbraio a giugno 2010 si combatte contro lo stress della vita quotidiana.

I corsi sono:
- Corso di Biodinamica Ginnastica AntiStress - Ogni giovedì dalle 16,00 alle 18,00;
- Corso di Musicoterapia - Ogni venerdì dalle 16,00 alle 18,00;
- Corso di Massaggio antistress - Ogni sabato dalle 14,30 alle 16,30.
Docenti: Giusy Musso Scenografa e Arteterapeuta, Margherita Previati Tecnico del Massaggio, Mariangela Meina Scenografa e Angelo Musso Psicologo e Psicoterapeuta.
Iscrizioni gratuite Tel. 011/359840 oppure 330 210 781
A fine corsi si rilascia attestato di partecipazione.

A cosa servono queste tecniche? Per esempio, la biodinamica o ginnastica AntiStress?
Risponde Angelo Musso, presidente Ass. Cultura & Benessere di Torino.
«Escluso l’uso di farmaci come rimedio, alcune volte dannoso all’organismo, ed esclusa anche la seduta dallo psicologo o psichiatra si possono tentare terapie alternative di provato riscontro terapeutico».
Il termine Bioenergetica nasce negli anni '30 del secolo scorso dallo psichiatra americano Alexander Lowen. Si tratta di una combinazione di tecniche psicosomatiche ereditate da William Reich.
«La bioenergetica oggi rivista anche come ginnastica antistress mette in relazione il corpo e la mente in una visione organicistica che considera l’organismo nella sua totalità».
In Italia come metodo rivisto in un contesto di nuova psicosomatica chiamata Biodinamica ginnastica antistress attraverso i lavori condotti in svizzera con il prof. Boris Luban-Plozza viene portata avanti da Angelo Musso Psicologo Psicoterapeuta autore di alcune opere sull’argomento.

Ci sono poi anche i corsi di Musicoterapia, basati sul fatto che ormai numerosi studi scientifici hanno rimarcato gli effetti della musica sul cervello umano.
Come scriveva Claudia Ferrero sulle pagine de La Stampa.it, "Ascoltare musica fa bene al cervello. E non è importante chi l'ha composta, è sufficiente che piaccia. Parola dello psicologo canadese Glenn Schnellenberg, dell'Università di Toronto a Mississauga (Ontario), che smentisce così l’«effetto Mozart», secondo cui i brani del compositore austriaco - e solo i suoi - potenziano le capacità intellettive e aiutano perfino i malati di Alzheimer".
Ecco così che la Musicoterapia può divenire un percorso anti-stress.
«La musica "smuove" l’interiorità, stimola risposte emotive sempre nuove - spiega il dottor Angelo Musso -, inoltre ha un forte potenziale evocativo».
Musso da un anno guida un gruppo di persone attraverso la musicoterapia come tecnica anti-stress. Un corso sperimentale che all’inizio ha visto i partecipanti imbarazzati, timorosi, e poi via via sempre più liberi, guidati dalla musica oltre le barriere del pregiudizio.
In quale modo? Attraverso una serie di tappe, come illustra il dottor Musso indicando uno dei percorsi possibili. Suddividiamolo in tre fasi: nella prima si è partiti dall’ascolto guidato di musiche tradizionali dal mondo, da quelle aborigene alle celtiche, dalle indiane alle tibetane. Quindi ciascun partecipante è stato chiamato a scrivere e a raccontare le sensazioni, o meglio, le immagini che quei suoni gli avevano evocato. Raccontandole subito dopo a voce alta a tutto il gruppo.
Nella seconda fase è stato fatto riascoltare un brano, e successivamente ogni partecipante ha dovuto scegliere un oggetto e riprodurre ciò che aveva interiorizzato. Cucchiai, pentole, coperchi, carta, bastoni gli "strumenti" musicali più utilizzati in massima libertà e soprattutto senza cercare alcuna competizione con gli altri. Quindi il racconto a voce dell’esperienza provata.
Terza fase: si è privilegiato l’ascolto di suoni, rumori, brani che emotivamente provocassero emozioni precise in un percorso che dalla morte arrivasse alla vita, «da Thanatos a Eros»: emozioni da sperimentare esprimendole con il corpo, prima singolarmente, poi in gruppo, «per arrivare a una grande bagarre liberatoria finale», al «carnevale della vita». Il successo del corso si è palesato da solo: più energia, più sorrisi, più soddisfazione, in un parola meno stress.
(lm&sdp)

I corsi si tengono nelle sedi della Circoscrizione 10 di Torino.
Per informazione ed iscrizioni gratuite 2010 telefonare ass. Cultura & Benessere - C.so Sebastopoli, 174 - 10136 Torino – Te. 011/359840 - 330210781.

FONTE: LA STAMPA

martedì 2 febbraio 2010

L’equazione immigrazione clandestina = crimine: un terzo degli autori di reato sono stranieri

Fonte:Il Fazioso

L’equazione del premier (meno immigrati uguale meno reati) ha come al solito provocato le urla isteriche della sinistra buonista e lassista. Ma se andiamo a vedere i numeri possiamo notare che l’affermazione si basa su riferimenti solidi. Eccoli

- Su 900 mila autori di reato denunciati nel 2008, circa 300 mila erano stranieri (Manganelli, capo della Polizia)

- I detenuti stranieri sono passati dal 15.1% del 91 al 37.5 del 2007

-Gli stranieri colpevoli di furto sono passati dal 6.9% del 88 al 46.9% del 2004

-Gli stranieri colpevoli di rapina sono passati dal 3.4% del 88 al 36.7% del 2004

-Gli stranieri colpevoli di commercio di stupefacenti sono passati dal 6.8% del 88 al 40.5% del 2004

-Gli stranieri colpevoli di omicidi sono passati dal 2.4% del 88 al 15.3% del 2004

-Furti in appartamento: 2007-> immigrati denunciati 52.9%

-Borseggi: 2007-> immigrati denunciati 67.9%

-Stupri: 2007-> immigrati denunciati 40%

-La quota di clandestini tra gli immigrati denunciati varia dal 70% al 80%

Si può parlare di peso rilevante dell’immigrazione (soprattutto clandestina) sul crimine o dobbiamo per forza passare per razzisti?

lunedì 1 febbraio 2010

Essere "in carne" dopo i 70 anni fa bene

FONTE: LA STAMPA

Un po' di sovrappeso ridurrebbe la mortalità


Tutti dicono che bisogna dimagrire, che bisogna controllare il grasso corporeo, che essere in sovrappeso è pericoloso per la salute… quello che però ancora non avevano detto è che, se siete sopra i 70 anni di età e siete leggermente in sovrappeso, allora va bene. E c'è anche la possibilità che viviate più a lungo, a dispetto di chi invece ha cercato di non ingrassare a tutti i costi.

Lo affermano i ricercatori australiani dell'University of Western i quali hanno condotto uno studio su 9.200 uomini e donne di età compresa tra 70 e i 75 anni e che è durato dieci anni.
Dopo aver calcolato il BMI (Indice di Massa Corporea) e lo stato di salute i partecipanti sono stati seguiti per valutare il loro stile di vita nel corso dei dieci anni.
Dai dati ricavati è emerso sorprendentemente che coloro che avevano mostrato un BMI superiore a 25 e classificato come indice di possibile obesità, avevano corso un rischio minore di morte del 13%, ovvero morivano meno che non i coetanei con un BMI rientrante nella norma.
Il prof. Leon Flicker che ha coordinato lo studio, tuttavia ricorda che quando si parla di sovrappeso, in questo caso, ci si riferisce solo a qualche chilo in più e non a un'obesità palese.

Altro dato comunque interessante è che nel tasso di mortalità ha influito molto anche lo stile di vita; infatti si è registrato un aumento di decessi del 28% negli uomini con una vita sedentaria e un raddoppiato rischio per le donne sedentarie.
Commentando i risultati dello studio, pubblicati sul "Journal of The American Geriatrics Society", i ricercatori suggeriscono che i dettami che regolano i valori nel calcolo del BMI dovrebbero essere riveduti per quanto riguarda le persone che hanno superato i 70 anni.
«Il nostro studio suggerisce che le persone che sopravvivono ai 70 anni in condizioni di salute ragionevoli hanno un diverso insieme di rischi e benefici connessi con la quantità di grasso corporeo che non le persone più giovani», ha concluso il prof. Flicker.
(lm&sdp)

domenica 31 gennaio 2010

REGIONALI - AVVENIRE: DALL'UDC SCELTE CONTRADDITTORIE

31 gen. - In vista delle prossime regionali l'Udc ha compiuto ''scelte contraddittorie'', puntando piu' ''sull'utilitarismo'' che sul ''segno identitario'' dell'''ispirazione cristiana'', pur se ''ufficialmente esibita''. Questa l'opinione di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, che in un editoriale sulle alleanze per le regionali critica oggi il fatto che ''nell'Udc il gioco prevale sulla fisionomia valoriale''.
Secondo l'Avvenire, l'obiettivo di Casini di ''esercitare una significativa centralita' politica'', rifiutando a priori ''intese globali e subalterne'', ''a conti fatti pare pero' sia stato gestito puntando piu' a un risultato numerico atteso (e naturalmente non garantito) che all'affermazione di un'autonomia politica basata su valori esplicitamente proclamati''.
''L'esasperazione della polemica con la Lega Nord, peraltro ampiamente ricambiata - prosegue il quotidiano della Cei -, ha portato l'Udc a scelte contraddittorie. Come quella di schierarsi fianco a fianco con i radicali di Pannella e Bonino, a sostegno della continuita' di esperienze, a cominciare da quella della giunta piemontese guidata da Mercedes Bresso, contro cui negli ultimi anni i centristi avevano condotto battaglie asperrime a causa del loro orientamento laicista e lassista sulle questioni eticamente sensibili (dall'aborto all'eutanasia passiva)''.
Per l'Avvenire, tra l'altro, questo atteggiamento ''puo' essere pericoloso soprattutto in zone, come quelle settentrionali, nelle quali quello per l'Udc e' soprattutto un voto di opinione, non appoggiato, come invece accade in alcune aree meridionali, su una rete di presenze amministrative''. (Ansa).

Siamo anziani e facciamo (molto) sesso

Fonte: LA STAMPA

Non è mai troppo tardi per avere una sessualità attiva


Quando si parla di sesso ci si riferisce quasi sempre a giovani o adulti e molto raramente alle persone di una certa età. Un po' perché si tende a dare – erroneamente - per scontato che gli anziani in qualche modo non ci pensano più, un po' perché tendiamo a scartare certe immagini mentali.
Ma la realtà è un'altra. E per qualcuno potrebbe risultare sorprendente.
Secondo quanto riportato sulle pagine del NYDaily le persone anziane sono molto attive sessualmente, anche dopo gli 80 anni.
Dai dati emersi da uno studio, parte del National Social Life - Health and Aging Project, si è scoperto che circa l'84% degli uomini e il 62% delle donne di età compresa tra i 57 e i 64 anni hanno dichiarato di aver fatto sesso durante l'anno passato. E, dato sorprendete, tra coloro che hanno dichiarato di fare sesso vi era il 38% di uomini e il 17% di donne di età compresa tra i 75 e gli 85 anni.

I ricercatori del National Opinion Research Center presso l'Università di Chicago hanno commentato i risultati dichiarando che «le persone anziane possono e devono avere una vita sessuale molto attiva, e l'idea che lo facciano non è una visione sbagliata della società».
«Il bisogno di intimità e di contatto con un'altra persona non cambia con l'età», ha aggiunto il dr. Dennis Lin, Direttore del programma di medicina psicosessuale al Beth Israel Medical Center.

I risultati mostrano che a essere più sessualmente attivi e più aperti verso la sessualità sono i maschi. Secondo la dr.ssa Stacy Tessler Lindau, ginecologa, questo potrebbe essere imputato al fatto che le donne anziane hanno più difficoltà a trovarsi un partner. «Le donne tendono a sopravvivere il matrimonio, gli uomini invece tendono a vivere con il coniuge fino alla morte. Quindi ci sono meno uomini anziani intorno da scegliere come partner sessuale», ha aggiunto Lindau.
(lm&sdp)

sabato 30 gennaio 2010

Influenzina, migliaia di italiani a letto

Fonte: La Stampa

Il virologo: «Forme sostanzialmente benigne»

Nausea costante e guai di pancia,
i medici lanciano un nuovo allarme

Qualche linea di febbre, raucedine e mal di gola. Ma soprattutto nausea costante e guai di pancia, "complice" il norovirus come quello che dilaga nel Regno Unito dove un ospedale di Londra ha addirittura chiuso per epidemia. Disturbi respiratori e gastrointestinali stanno complicando in questi giorni la vita di «almeno 250 mila italiani», stima il virologo dell’università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco.

Alla domanda "Chi ha ucciso l’influenza stagionale?", l’esperto ha una risposta pronta: «Il variegato mix di infezioni simil-influenzali, dal norovirus che causa vomito e diarrea, ai coronavirus e adenovirus che colpiscono le respiratorie -spiega Pregliasco all’ADNKRONOS SALUTE- non lascia spazio all’influenza tradizionale» che infatti quest’anno sembra non voler arrivare. Senza contare l’influenza A: «Gli studi hanno dimostrato che molti casi sono stati asintomatici», quindi sono sfuggiti al conteggio delle statistiche ufficiali, alimentando le polemiche sul ’flop pandemià.

Tra un’influenzina e l’altra, e con virus H1N1 sconfitti senza nemmeno rendersene conto, «molte persone hanno dunque sviluppato difese naturali sbarrando le porte all’influenza stagionale», precisa Pregliasco. Quanto al virus del mal di pancia e ai "colleghi" sotto accusa per tosse, raffreddore e gola in fiamme, non resta che rassegnarsi: «Colpiscono trasversalmente adulti e bambini, ma sono forme sostanzialmente benigne», rassicura il virologo.
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venerdì 29 gennaio 2010

Medicina: bene barolo in botti rovere

Legno quercia rilascia sostanze utili contro ipertensione

(ANSA) - ROMA, 28 GEN - Non e' solo il vino rosso ad aiutare i vasi sanguigni: il legno delle botti rilascia sostanze antiossidanti, afferma uno studio italiano. E' il caso del barolo invecchiato in botti di rovere, che ha dimostrato di essere molto piu' efficace nel dilatare i piccoli vasi sanguigni rispetto a vini rossi e ai bianchi maturati in botti d'acciaio.

giovedì 28 gennaio 2010

Riforma Brunetta: firmato Protocollo per sperimentazione sistema di valutazione performance individuali del personale ASL e ospedaliero

Riforma Brunetta 20.01.2010
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, il Direttore dell’AGeNaS (Agenzia Nazionale per i Servizi regionali) Fulvio Moirano, il Presidente del Formez Carlo Flamment, il Presidente della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) Giovanni Monchiero e i Direttori generali di 17 Aziende sanitarie e ospedaliere hanno firmato oggi un Protocollo d’intesa per la sperimentazione dell’applicazione del Decreto Legislativo n.150/2009 (Riforma Brunetta).

Grazie all’avvio della sperimentazione e al nuovo sistema di valutazione e incentivazione del personale sanitario previsto dalla Riforma, Asl e Ospedali saranno più a misura di cittadino. Il Protocollo, infatti, non avrà al momento effetti giuridici o economici sul personale ma servirà a mettere a punto il nuovo sistema di valutazione e di incentivazione individuale non solo di dirigenti e medici ma anche di infermieri, tecnici e amministrativi sanitari, che per la prima volta vedranno valutate le loro performance individuali, anche in rapporto al “grado di cortesia, puntualità, presenza e disponibilità nelle risposte ai bisogni degli utenti”. Per ora le valutazioni non si tradurranno in maggiori o minori incentivi ma entro il 31 agosto del 2010, conclusa la fase di sperimentazione (che durerà in tutto 7 mesi), l’esperienza acquisita consentirà di avviare una vera e propria rivoluzione in un comparto, quello sanitario, dove fino a oggi ha prevalso il sistema di incentivazione “a pioggia” del personale.

Quattro gli obiettivi prefissati dal Protocollo per le Aziende che aderiscono alla sperimentazione:
- migliorare le prestazioni individuali, utilizzando la valutazione come un’opportunità;
- premiare il merito individuale;
- favorire la crescita professionale;
- disporre di informazioni per la migliore gestione delle risorse umane.

Spetterà ai Direttori generali di Asl e Ospedali individuare le Unità organizzative complesse e i Dipartimenti oggetto della sperimentazione, sulla base delle indicazioni fornite da un Comitato di indirizzo del quale fanno parte il Ministro Brunetta e i presidenti di Fiaso, AGeNaS e Formez. Proprio il Formez, avrà il compito di formare il personale che a sua volta dovrà preparare i “valutatori” di medici, infermieri, tecnici e amministrativi sanitari. Questi provvederanno ad assegnare gli obiettivi a ciascun dipendente, i cui risultati saranno valutati anche in base alle schede di valutazione allegate al Protocollo.

Per medici e dirigenti i cinque gradi di valutazione, che vanno da insoddisfacente a ottimo, verranno applicati su competenze e comportamenti in merito alla partecipazione e al miglioramento organizzativo, alle capacità tecnico-specialistiche e allo sviluppo professionale nonché alla risoluzione dei problemi, della programmazione, di innovazione, di relazione con i colleghi e – non ultimo - con i pazienti, i loro familiari e le associazioni.

Per infermieri, tecnici e amministrativi le competenze e i comportamenti verranno invece valutati sul contribuito ai programmi dell’unità operativa: autonomia e responsabilità, qualità del contributo professionale, programmazione e gestione delle attività, relazione con i colleghi e orientamento ai bisogni dell’utenza.

Il Comitato tecnico-scientifico avrà il compito di predisporre i risultati della sperimentazione e di illustrarli al Comitato d’indirizzo perché vengano condivisi con la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Pubbliche Amministrazioni istituita dall’art.13 della Riforma Brunetta.