sabato 6 febbraio 2010

Obesità: italiani sempre più grassi, senza conoscerne i rischi

Mentre dilaga il sovrappeso nel nostro Paese, si abbassa la consapevolezza dei danni legati ad errati stili di vita: in via di estinzione la dieta mediterranea, sempre più presenti patologie derivanti dall'ecceso di peso.


Circa 30 milioni di italiani (il 50 per cento della popolazione) sono in sovrappeso, 4 milioni e mezzo in situazione di vera e propria obesità. Un terzo dei ragazzi tra i 6 e gli 11 anni ha problemi con la bilancia. Numeri impressionanti, a fronte dei quali cala il ricorso alla dieta mediterranea.



La denuncia di una china comportamentale grave legata ad alimentazione e abitudini di vita sbagliate, è stata lanciata da tempo da istituzioni e organizzazioni di settore, trovando spazio a intervalli regolari su tutti i media del nostro Paese. Eppure solo un italiano su due, secondo recenti dati diffusi dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), conosce i rischi per la salute legati all'eccesso di peso.



Un'indagine proprio fra i medici di famiglia, rivela che il 74 per cento di loro si trova a fronteggiare il 10 per cento di pazienti obesi e fino al 30 per cento chiaramente in sovrappeso, tanto da dover intervenire con un programma di riduzione o mantenimento della linea almeno nel 40 per cento dei casi (30,26).



Vita sedentaria e alimentazione scorretta, le principali e note cause dell'eccesso di peso. Sotto accusa, in particolare, la progressiva scomparsa della dieta mediterranea, a cui un colpo ben assestato, avrebbe dato la crisi economica: l'aumento dei prezzi di frutta e verdura, secondo la Coldiretti, avrebbe condotto il consumo di questi prodotti ad una flessione del 20 per cento negli ultimi cinque anni.



Le pesantissime ripercussioni sulla salute, fanno essere dunque l'besità un problema di sanità pubblica di proporzioni preoccupanti, che impensierisce i medici. A ricordare l'entità del fenomeno, ci ha pensato di recente anche la Croce Rossa, fornendo un quadro della patologie legate all'obesità che affliggono gli taliani.



"Il 6,8 per cento della popolazione è affetto da diabete, il 33 degli uomini ed il 31 delle donne da ipertensione arteriosa, mentre il 21 per cento degli uomini e il 25 delle donne soffrono di ipercolesterolemia", ha spiegato Giuliano Da Villa, epatologo, consigliere del commissario straordinario nazionale della Cri.




"Dal punto di vista clinico - prosegue Da Villa - la 'sindrome metabolica' è diagnosticata quando una persona presenta tre dei seguenti sintomi: obesità centrale caratterizzata da una circonferenza superiore a 102 cm nei maschi e 88 cm nelle femmine, dislipedemia con altri trigliceridi, iperglicemia e ipertensione. La prevenzione di questa sindrome, si basa anzitutto sulla lotta all'obesita' attraverso i due fattori ambientali che la provocano e la favoriscono: scorretta alimentazione e sedentarierà".



E seppure crucali si rivelano campagne di sensibilizzazione e divulgazione, fondamentale è l'operato diretto del medico con ogni singolo paziente. L'indagine Fimmg ha messo in luce che l'85 per cento dei medici di famiglia affronta il tema con un approccio integrato, che si basa essenzialmente sulla dieta e sul consiglio di una maggiore attività fisica (solamente il 13% ricorre anche ai farmaci). "In questo modo, per un medico su due, si ha un iniziale calo ponderale già dopo 3 mesi, anche se poi la difficoltà maggiore, nel 67% dei casi, è mantenere i risultati raggiunti".



Se è relativamente facile, dunque, far seguire un corretto regime alimentare, almeno in un primo periodo, il vero scoglio è far iniziare al malato un'attività fisica: per il 64 per cento dei medici Fimmg è possibile in meno del 20 per cento dei pazienti. Ma, ha tenuto a sottolineare la Fimmg, l'interesse nel seguire il paziente comunque resta alto tanto che, nel caso di prescrizione di una terapia farmacologica, solo un camice bianco su quattro invia il paziente obeso dallo specialista.

Paola Simonetti
Fonte: Nanni Magazine

Nessun commento:

Posta un commento