lunedì 1 febbraio 2010

Essere "in carne" dopo i 70 anni fa bene

FONTE: LA STAMPA

Un po' di sovrappeso ridurrebbe la mortalità


Tutti dicono che bisogna dimagrire, che bisogna controllare il grasso corporeo, che essere in sovrappeso è pericoloso per la salute… quello che però ancora non avevano detto è che, se siete sopra i 70 anni di età e siete leggermente in sovrappeso, allora va bene. E c'è anche la possibilità che viviate più a lungo, a dispetto di chi invece ha cercato di non ingrassare a tutti i costi.

Lo affermano i ricercatori australiani dell'University of Western i quali hanno condotto uno studio su 9.200 uomini e donne di età compresa tra 70 e i 75 anni e che è durato dieci anni.
Dopo aver calcolato il BMI (Indice di Massa Corporea) e lo stato di salute i partecipanti sono stati seguiti per valutare il loro stile di vita nel corso dei dieci anni.
Dai dati ricavati è emerso sorprendentemente che coloro che avevano mostrato un BMI superiore a 25 e classificato come indice di possibile obesità, avevano corso un rischio minore di morte del 13%, ovvero morivano meno che non i coetanei con un BMI rientrante nella norma.
Il prof. Leon Flicker che ha coordinato lo studio, tuttavia ricorda che quando si parla di sovrappeso, in questo caso, ci si riferisce solo a qualche chilo in più e non a un'obesità palese.

Altro dato comunque interessante è che nel tasso di mortalità ha influito molto anche lo stile di vita; infatti si è registrato un aumento di decessi del 28% negli uomini con una vita sedentaria e un raddoppiato rischio per le donne sedentarie.
Commentando i risultati dello studio, pubblicati sul "Journal of The American Geriatrics Society", i ricercatori suggeriscono che i dettami che regolano i valori nel calcolo del BMI dovrebbero essere riveduti per quanto riguarda le persone che hanno superato i 70 anni.
«Il nostro studio suggerisce che le persone che sopravvivono ai 70 anni in condizioni di salute ragionevoli hanno un diverso insieme di rischi e benefici connessi con la quantità di grasso corporeo che non le persone più giovani», ha concluso il prof. Flicker.
(lm&sdp)

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