giovedì 21 gennaio 2010

Bimbi italiani piu' grassi e pigri di danesi e polacchi

(Adnkronos Salute) - Bimbi italiani più grassi e pigri rispetto ai coetanei danesi e polacchi: il 21% dei piccoli del Belpaese è in sovrappeso oppure obeso. Colpa soprattutto della scarsa attività fisica e delle troppe ore passate davanti alla tv. Ma anche del poco amore per frutta e verdura, e dell'inclinazione a rinunciare ai giochi all'aperto, nonostante il clima mite. E' quanto emerge dall'indagine campionaria svolta dal progetto europeo Periscope (Pilot European Regional Interventions for Smart Childhood Obesity Prevention in Early Age) sul tema dell'alimentazione infantile in Europa. Capofila del progetto è il Movimento difesa del cittadino, che ha lavorato insieme alla Asl di Brindisi, al Movimento consumatori, all'Università danese di Aalborg e a quella polacca di medicina della Silesia. La ricerca, presentata oggi a Roma, è stata coordinata da Margherita Caroli, pediatra della Asl di Brindisi e presidente di Ecog (European Childhood Obesity Group). Lo studio ha riguardato un campione di circa 1.200 bambini tra i 3 e i 6 anni 'arruolati' negli asili dei tre Paesi, e ha esaminato gli stili di vita dei piccoli e delle loro famiglie, il livello di attività fisica e il ruolo degli asili nelle abitudini alimentari dei bimbi. Ebbene, da questo punto di vista scopriamo che sono proprio i bambini italiani i più indisciplinati a tavola: mangiano meno frutta e verdura rispetto ai coetanei danesi e polacchi. In particolare, il 27,5% del campione non mangia mai verdura cruda e il 40% non consuma mai quella cotta. I migliori sono invece i danesi: circa il 70% mangia frutta almeno una volta al giorno e il 65% preferisce la verdura cruda una o più volte al giorno. Gli italiani sono anche i bambini che si muovono meno. Oltretutto il 50%, secondo quanto dichiarato dai genitori, non può giocare all'aperto contro l'1% dei danesi e polacchi, nonostante nei due Paesi il clima sia meno mite. E' questo uno dei risultati più scioccanti dell'indagine. In particolare, l'11% dei bambini del Belpaese non è autorizzato a giocare "mai" all'aperto rispetto allo 0% tondo dei coetanei danesi e polacchi. "Colpa della mancanza, in Italia, di aree verdi attrezzate e delle strade troppo trafficate", riferisce il Movimento difesa del cittadino. Per quanto riguarda l'attività fisica, i bambini danesi sono i più attivi: il 53,5% del campione fa sport. Dall'altro lato della classifica troviamo ancora una volta gli italiani, con un 'magro' 18,2%. Se si esamina l'uso della tv, solo il 3% dei danesi passa più di due ore al giorno davanti la tv. Un dato positivo, visto che vedere la televisione per più di due ore è considerata una cattiva abitudine a causa del legame con l'obesità infantile. Fanno peggio sia i polacchi con il 12,2% che gli italiani con il 13,2%. Durante il fine settimana la percentuale di chi passa oltre due ore davanti il piccolo schermo aumenta: sono i bambini polacchi a sperimentare il comportamento meno salutare, con il 41%, seguiti dagli italiani (25%) e dai danesi (22,7%). Al centro della ricerca anche il ruolo degli asili: per individuare l'importanza di queste strutture nella promozione di uno stile di vita sano fra i bambini, i ricercatori hanno coinvolto i genitori. Alla domanda 'a tuo figlio piace andare all'asilo?' la quasi totalità degli intervistati nei tre Paesi ha risposto positivamente (circa il 90%). I bambini polacchi sono i meno contenti. Il risultato, comunque, conferma che gli asili rappresentano un ambiente positivo per trasferire alle famiglie corretti stili di vita. Infine, un altro record negativo per i piccoli italiani: sono i più sedentari nel raggiungere l'asilo. Sebbene la distanza da casa sia inferiore a un chilometro, le famiglie della Penisola utilizzano l'auto molto più di quelle che vivono in Danimarca e Polonia. Si tratta di un dato interessante, dal momento che le città del Belpaese coinvolte nel progetto "sono piccole e il clima è molto più mite rispetto ai centri oggetto degli interventi negli altri due Paesi", concludono gli autori dello studio.

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